Sulle note di “Cara” di Lucio Dalla, l’immagine proiettata di una bambina avvolge il palcoscenico dei Rinnovati. È un attimo sospeso, un respiro trattenuto: la platea si fa silenziosa, poi un lungo applauso rompe l’emozione collettiva. È lì, nel finale, che Pazza rivela tutta la sua potenza, nel volto di una donna che ha lottato per la propria autodeterminazione, contro la violenza, contro il silenzio, contro il peso di una vita imposta da altri.
Dopo tre serate di grande successo al Teatro dei Rinnovati, cartellone Sipario Rosso a cura del direttore artistico Vincenzo Bocciarelli, lo spettacolo diretto da Fabrizio Coniglio, con Vanessa Gravina e Nicola Rignanese, si conferma uno dei momenti più intensi della stagione dei Teatri di Siena.
Un allestimento sobrio, quasi spoglio, che lascia spazio alle parole e agli sguardi, alle sfumature del dolore e della rinascita.
La storia si svolge in un centro di igiene mentale, dove Claudia (Vanessa Gravina) incontra l’avvocato (Nicola Rignanese) che le è stato assegnato d’ufficio. Tra loro nasce un dialogo che svela lentamente il passato della donna, fatto di abusi, di fragilità e di forza, in un intreccio di ironia e verità.
Come ha detto la stessa Vanessa Gravina, “è una storia di grande attualità, di riscatto e di libertà”. La sua interpretazione è magnetica: una Claudia autentica, disarmante, capace di attraversare la follia apparente per arrivare alla verità più lucida. Ogni gesto, ogni pausa, ogni sorriso amaro diventa un frammento di vita. Accanto a lei, Nicola Rignanese dà voce a un avvocato che si trasforma da osservatore scettico a testimone partecipe, restituendo al racconto una profonda umanità.
Il pubblico, sera dopo sera, è rimasto catturato dal ritmo calibrato e dal gioco di contrasti tra leggerezza e dramma. Pazza non è solo un thriller psicologico, ma una riflessione sul confine sottile tra tra sensi di colpa e liberazione. Nel buio della sala, l’eco di Lucio Dalla accompagna la fine del viaggio: una bambina che guarda avanti, una donna che ha trovato la sua voce. E la commozione del pubblico diventa la conferma che questo spettacolo non si limita a essere visto — si vive, fino all’ultimo istante.