Transazione Fondazione Mps-Banca, Rossi: "Si deve chiudere entro il 31 Ottobre"

Le erogazioni al territorio della Fondazione Mps salgono a 7,5 milioni: un aumento del 50% rispetto a qualche anno fa

Di Redazione | 28 Settembre 2021 alle 15:32

Transazione Fondazione Mps-Banca, Rossi: "Si deve chiudere entro il 31 Ottobre"

“Il documento è sostenuto da risorse che noi contiamo di portare a oltre 600 milioni di patrimonio, con la transazione da 150 milioni con il Monte dei Paschi che dovrebbe chiudersi entro il 31 Ottobre“. Così il presidente della Fondazione Mps Carlo Rossi definisce il documento programmatico, che porterà a una possibilità di erogazione al territorio dell’1,2% del patrimonio, circa 7,5 milioni di euro; un aumento del 50% rispetto alle erogazioni di qualche anno fa che si attestavano sui 5 milioni.

Una transazione, quella tra la Fondazione e Banca Mps, che è definita sia nelle cifre che in altri dettagli, come ad esempio il diritto della Fondazione di utilizzare le opere d’arte della Banca a fini promozionali per mostre e attività. Si tratta di circa 30mila opere, molte delle quali chiuse nei caveau della Banca. “L’altro aspetto della transazione prevede un’opzione che in caso di vendita degli immobili della sede storica della Banca la Fondazione possa esercitare un’opzione con lo sconto del 10% – spiega Rossi – E’ tutto quello che siamo riusciti ad ottenere. Si poteva ottenere di più? Penso di sì, ma quello che è sicuro è che si poteva ottenere di meno“.

Il rapporto di azionisti tra la Fondazione e la Banca resta invariato, con una partecipazione dello 0,003%. “Se un domani dovranno esserci interventi li valuteremo nell’ottica di due fattori: l’interesse del territorio e la redditività degli investimenti” dice Rossi.

Con la transazione da 150 milioni attesa per il 31 Ottobre dovrebbe chiudersi anche la causa tra Fondazione e Banca che riguarda i derivati, lasciando in piedi la sola causa contro le banche che finanziarono la fondazione in occasione dell’aumento di capitale del 2011. “Un finanziamento da 600 milioni che sosteniamo le banche non potessero fare, in quanto si trattava di più del 20% del patrimonio, e per legge la fondazione si piò indebitare al massimo per il 20% – spiega Rossi – In questa causa ci sono in ballo anche tutti gli ex amministratori”.

La Banca si trova al momento all’interno di un tira e molla tra Governo e Unicredit. “Un’operazione che rischia di essere esosa – commenta il presidente della Fondazione – Le condizioni le detta il compratore e in maniera piuttosto pesante. Due cose mi preoccupano più di tutte: l’aspetto dell’indotto riguardante tutte le aziende che lavorano con la banca, e quello della direzione generale, perché ci lavorano fior fiore di persone molto preparate che potrebbero avere percorsi di carriera anche più interessanti in altre banche, ma all’estero.
Una condizione che porterebbe all’impoverimento del territorio“.

L’ultimo commento del presidente Rossi è sul passato. Forse si poteva fare di più? “Dirlo adesso è troppo facile – dice – A quei tempi chi parlava di scendere sotto il 50% era considerato un nemico della città; credo che questo sia stato l’errore politico più grande“.



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