Vaccino Covid giornalisti, Verna (ODG): "Si valuti la priorità per le situazioni a rischio"

Il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti è intervenuto sulla questione: dopo medici, personale sanitario e scolastico, quali sono le categorie a rischio?

Di Redazione | 23 Febbraio 2021 alle 16:32

Vaccino Covid giornalisti, Verna (ODG): "Si valuti la priorità per le situazioni a rischio"

E’ un tema sul quale il dibattito è aperto e ad oggi più acceso che mai: quali sono le categorie professionali che dovrebbero avere una qualche sorta di priorità nelle vaccinazioni anti Covid? Se la priorità assoluta è data a medici, infermieri e professioni sanitarie, nelle ultime settimane in Toscana sono iniziate le vaccinazioni per altre categorie professionali, tra cui insegnanti e avvocati. A portare sul banco la questione di una professione come quella del giornalismo riguardo alle categorie professionali a rischio è stato il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna.

“Con molta discrezione, nonostante le sollecitazioni da alcuni territori, abbiamo atteso valutazioni sulle priorità nelle vaccinazioni, ritenendo che non si potesse parlare di noi se non dopo aver concluso la fase riguardante i medici e la tutela del sistema scolastico” afferma in una nota Verna.

“Ora, benché gli assembramenti proprio sotto i palazzi della politica nei giorni della crisi di Governo siano ormai alle spalle – evidenzia Verna – va rotto ogni indugio e posto il problema del servizio essenziale che non senza rischi i giornalisti svolgono, nelle diverse espressioni della professione, da chi intervista o cerca notizie, ai fotografi e ai videomaker. Nel rispetto di tutte le altre esigenze, ma plasticamente documentando con immagini quel che accade quotidianamente, chiediamo che sia valutato con attenzione il momento di quando tocchi a chi fa informazione, in particolar modo a chi svolge servizio esterno. Nessuno chiede privilegi ma solo corrette valutazioni dopo aver prospettato situazioni di fatto. Crediamo anche che debbano collaborare, per individuare le situazioni maggiormente a rischio, gli editori che commissionano o utilizzano servizi realizzati in esterno a contatto con una pluralità di soggetti”.



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