La cartolina perfetta, quella con i cipressi, le strade bianche e i borghi incastonati tra le colline, rischia di diventare un parco tematico senza vita vera. Succede in Val d’Orcia, ma anche a Montepulciano e in altre mete iconiche del territorio senese, travolte ogni giorno da un turismo aggressivo, disordinato e sempre più difficile da gestire.
A denunciare la situazione sono alcuni operatori locali, che parlano apertamente di “effetto TikTok”: itinerari imposti dagli algoritmi social, percorsi veloci “tutto in un giorno”, turisti trasportati in massa da bus granturismo che si piantano letteralmente nei luoghi meno adatti.
“Parcheggi selvaggi sulla Cassia, bus incastrati nelle curve di Montepulciano, gruppi che attraversano le strade statali come se fossero pedonali. È una follia quotidiana”, racconta una guida turistica che ha raccolto le criticità più evidenti.
Il vero problema, però, non è solo il traffico o la sicurezza: “Questo tipo di turismo non porta ricchezza, né relazioni, né cultura. È una scorpacciata veloce e superficiale. Lascia solo caos e spazzatura”.
Molti borghi non sono strutturati per accogliere centinaia di persone alla volta. I servizi scarseggiano: pochi bagni pubblici, cestini introvabili, percorsi alternativi non segnalati. “Il rischio è che la bellezza si consumi. E con lei la voglia di tornare”.
Secondo il modello del ciclo di vita delle destinazioni turistiche, teorizzato da Butler, la Val d’Orcia sarebbe oggi nella fase di saturazione. “Se non interveniamo ora, il declino sarà inevitabile”, questo è l’allarme.
Ecco allora alcune proposte, da parte degli stessi operatori: istituire aree ufficiali di sosta per i bus, introdurre controlli e telecamere, costruire un piano coordinato tra Comuni, incentivare la permanenza e deviare i flussi verso mete meno battute.
“Serve una visione. Non possiamo affrontare il turismo del 2025 con infrastrutture del dopoguerra. E soprattutto dobbiamo chiederci: vogliamo ospitare viaggiatori curiosi o turisti disorientati?”
L’appello è chiaro: non è una crociata contro il turismo, ma un grido in favore di un’accoglienza vera, sostenibile, e rispettosa. Perché la Toscana non diventi una copia sbiadita di se stessa.
Val d’Orcia e la sfida del turismo sostenibile: il rischio "mordi e fuggi" e una nuova prospettiva per un'accoglienza diffusa
Bus turistici, itinerari da social e zero soste: il grido d’allarme degli operatori locali. "Un'accoglienza migliore si può fare"
Di Lorenzo Agnelli | 20 Giugno 2025 alle 8:30

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.
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