Venerdì 13 lo sciopero di 600mila addetti alle pulizie, servizi intergrati e multiservizi

I lavoratori senesi terranno un presidio di fronte alla Prefettura

Di Redazione | 11 Novembre 2020 alle 16:36

Venerdì 13 lo sciopero di 600mila addetti alle pulizie, servizi intergrati e multiservizi

“Ospedali, case di cura, scuole, università, tribunali, fabbriche, mezzi di trasporto, uffici pubblici e privati, supermercati, non sarebbero accessibili in sicurezza senza di loro, ma le associazioni datoriali non ne riconoscono il valore con il rinnovo del contratto nazionale. Per questo sarà sciopero il 13 novembre, per l’intera giornata, dei 600mila addetti delle pulizie, servizi integrati e multiservizi”.

Così Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti annunciano la protesta di venerdì prossimo, che a Siena verrà effettuata con un presidio di una rappresentanza di lavoratori in Piazza del Duomo davanti alla Prefettura, dalle 10 alle 12.

“Le imprese piccole, medie, grandi, cooperative, multinazionali fanno fatturati di centinaia di milioni di euro con gli appalti pubblici di servizi, – spiegano i sindacati – ma non vogliono riconoscere aumenti di stipendio e conferma dei diritti alle lavoratrici e ai lavoratori delle pulizie, servizi integrati e multiservizi. Nessuna ripresa dei negoziati per il rinnovo del contratto nazionale scaduto da oltre 7 anni, dalle associazioni imprenditoriali solo parole false”.

“Gli addetti dei servizi in appalto di pulizia e sanificazione svolgono un ruolo ritenuto essenziale per il contenimento del contagio nei presidi ospedalieri, nelle Rsa, nelle case di cura, nelle scuole, nelle università, nei tribunali, nelle fabbriche e negli uffici pubblici e privati, – sottolineano le organizzazioni sindacali – esponendosi in prima linea per garantire l’accessibilità dei luoghi che senza la loro opera, non sarebbe possibile. Puntiamo il dito contro il dietrofront delle rappresentanze datoriali del settore che opera prevalentemente negli appalti pubblici. Tutto questo nonostante molte imprese, con la pandemia, abbiano incrementato in modo consistente lavoro e fatturato, continuando a sfruttare il senso di responsabilità, il grande impegno, i sacrifici, la professionalità e la dedizione di centinaia di migliaia di lavoratori, per il 70% donne, con salari esigui, orari spesso ridotti, carichi di lavoro pesanti e condizioni di lavoro difficili in molte realtà”.

“In questo scenario è inaccettabile – concludono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti – che si continui a impedire il rinnovo del contratto nazionale, che finora ha permesso a molte imprese ‘risparmi’ milionari, scaturiti da 7 anni e mezzo di mancati adeguamenti delle retribuzioni dei lavoratori. L’emergenza pandemica ha evidenziato l’importanza del lavoro di questi lavoratori definiti cavalieri ed eroi, ma che non hanno bisogno di titoli ma del giusto riconoscimento del lavoro prestato e di maggiori diritti e tutele con il rinnovo del contratto nazionale”.



Articoli correlati