Versamento ritenute fiscali ai dipendenti negli appalti, la preoccupazione di Ance Siena

Di Redazione | 7 Dicembre 2019 alle 12:27

Versamento ritenute fiscali ai dipendenti negli appalti, la preoccupazione di Ance Siena

Il presidente Andrea Tanzini: “Sopprimere la norma o prevedere ulteriori correttivi. È gravissimo continuare a caricare le imprese di adempimenti fiscali che ne drenano liquidità”

Preoccupazione per gli effetti prodotti dall’art. 4 del Decreto Legge 124 in tema di versamento delle ritenute fiscali relative ai dipendenti impiegati in appalti, o subappalti, sia pubblici che privati. E’ quanto esprime Ance Siena rispetto ad una misura in discussione in questi giorni in Parlamento. Le recenti modifiche al testo apportate in commissione, infatti, se da un lato eliminano l’inversione del pagamento delle ritenute in capo al committente, dall’altro impongono nuovi e gravosi obblighi sia in capo agli appaltatori, subappaltatori che in capo ai committenti.
La previsione che dal 1° gennaio 2020 il committente debba richiedere alle imprese esecutrici – appaltatrici, subappaltatrici, affidatarie – copia delle deleghe di pagamento relative al versamento delle ritenute fiscali per i lavoratori dipendenti direttamente impiegati nei lavori o servizi, l’elenco nominativo di tutti i lavoratori coinvolti nell’opera o servizio nel mese precedente, con dettaglio delle ore di lavoro prestate nell’esecuzione dell’opera o servizio, l’ammontare della retribuzione corrisposta in relazione alla prestazione e il dettaglio delle ritenute eseguite, costituisce un aggravio molto pesante per l’attività.

“Il giudizio – spiega il presidente Ance Siena Andrea Tanzini – non può che essere fortemente critico e di estrema preoccupazione, soprattutto per le imprese che operano nel settore delle costruzioni e dell’immobiliare. L’introduzione della norma aggraverà pesantemente la gestione amministrativa delle commesse, per tutti i soggetti coinvolti nell’operazione, dal committente (privato o pubblico) fino al subappaltatore o subfornitore, rischiando di paralizzare l’esecuzione dei contratti. È messa a repentaglio la stessa sopravvivenza di molte imprese, in un settore che non riesce ancora ad uscire da una crisi senza precedenti e che, invece, riveste un’importanza fondamentale per l’intera economia nazionale”.

“L’esclusione delle imprese attive da più di 3 anni, in regola con gli obblighi dichiarativi e senza iscrizioni a ruolo o accertamenti esecutivi inferiori a 50 mila euro – aggiunge Tanzini – diminuisce la portata della norma ma non elimina criticità rilevanti, soprattutto di approccio e di carattere ideologico, nel campo dei controlli e degli adempimenti fiscali del settore. Peraltro l’impossibilità di compensare con i crediti fiscali il versamento delle ritenute fiscali per i lavoratori dipendenti, mantiene in vita un meccanismo di drenaggio di liquidità aziendale che va a cumularsi con quelli già in essere come lo split payment e il reverse charge a fronte di ritardi di pagamento della PA pari ancora a circa 8 mld in tutto il Paese”.

Lo stesso art. 4 del Dl 124/2019, mantiene, poi, l’impossibilità, per le imprese appaltatrici o subappaltatrici, di versare i contributi previdenziali, assistenziali ed i premi assicurativi per i dipendenti impiegati nell’esecuzione della commessa, mediante la compensazione con propri crediti fiscali (derivanti proprio da split payment e reverse charge).

“Ance Siena – conclude Tanzini – ritiene necessario ed urgente provvedere alla soppressione della norma o, in alternativa, che in occasione del successivo iter parlamentare vengano introdotti alcuni indispensabili correttivi:  rendere possibile la compensazione delle ritenute con i crediti fiscali;  eliminare l’obbligo di F24 per singolo committente e procrastinare l’entrata in vigore delle disposizioni al secondo semestre del 2020, con applicazione solo ai nuovi contratti stipulati a decorrere dal prossimo 1 gennaio”



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