Vino, Coldiretti Siena: “Tasse Ue ed etichette shock? Un disastro per l’economia del territorio e per la salute"

L'allarme di Coldiretti Siena all’indomani delle novità che l’Europa vorrebbe introdurre dal 2022: oltre alle tasse, etichette sulle bottiglie di vino con immagini shock come quelle stampate sulle sigarette

Di Redazione | 13 Dicembre 2021 alle 11:08

Vino, Coldiretti Siena: “Tasse Ue ed etichette shock? Un disastro per l’economia del territorio e per la salute"

“Il giusto impegno dell’Unione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale va infatti ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto”.

Così Coldiretti Siena all’indomani delle novità che l’Europa vorrebbe introdurre dal 2022: oltre alle tasse, etichette sulle bottiglie di vino con immagini shock come quelle stampate sulle sigarette. “Questo si tradurrebbe in un danno economico enorme per l’economia del territorio, considerando la produzione di vino della provincia di Siena e i dati dell’export che proprio negli ultimi dati avevano fatto registrare una ripresa che aveva fatto tirare un sospiro di sollievo ai produttori – commenta Coldiretti Siena – inoltre è del tutto improprio assimilare l’abuso di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita ‘lento’, attento all’equilibrio psicofisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol. La relazione dell’Europarlamento colpisce ingiustamente il vino Made in Italy e made in Tuscany che ha conquistato la leadership in Europa per produzione ed esportazioni con un fatturato record di 12 miliardi nel 2021”.

 Una decisione – secondo Coldiretti – che ne scoraggerebbe il consumo da parte di quasi un italiano su quattro (23%) che smetterebbe di bere o ne consumerebbe di meno, secondo il sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it. Ma a preoccupare sono soprattutto gli effetti sulle esportazioni, che superano i consumi interni, per un valore destinato a sfondare per la prima volta quota 7 miliardi di euro, secondo le proiezioni di Coldiretti. Si tratta peraltro di un orientamento incoerente con il sostegno accordato dal provvedimento alla Dieta Mediterranea, considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, tra cui il cancro, ma che si fonda anche – ricorda la Coldiretti – sul consumo regolare di un bicchiere di vino ai pasti.

“Ad essere colpite dalla relazione – continua la Coldiretti – sono anche le carni a poche settimane dal finanziamento concesso dall’Unione europea con risorse pubbliche al business privato della “carne Frankenstein” dietro il quale si nascondono rilevanti interessi economici e speculazioni internazionali dirette a sconvolgere il sistema agroalimentare mondiale. A beneficiare dello stanziamento di 2 milioni di euro sono state due aziende olandesi (Nutreco e Mosa Meat) impegnate nella produzione di “carne” in laboratorio da cellule in vitro, dove ha investito anche il famoso attore americano Leonardo DiCaprio che non ha certo bisogno dei soldi dei cittadini europei. Si rischia di sostenere una abile operazione di marketing che – sottolinea Coldiretti – non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore e non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato. L’Italia – ricorda la Coldiretti – è il Paese più ricco di piccole tipicità tradizionali che hanno bisogno di sostegni per farsi conoscere sul mercato e che senza sostegni alla promozione rischiano invece di essere condannate all’estinzione”.



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