Caso rifiuti, gli inquirenti: "Bando costruito su misura"

Di Redazione | 10 Novembre 2016 alle 9:51

Caso rifiuti, gli inquirenti: "Bando costruito su misura"

“Bando cucito come un abito su misura”

Era ‘cucito’ come un abito su misura il bando d’appalto da 3,5 miliardi di euro per la gestione ventennale del ciclo completo dei rifiuti nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto vinto nel 2013 dal consorzio Sei Toscana, capeggiato dalla mandataria Siena Ambiente e partecipato da spa e cooperative. Una gara truccata, che cela corruzione e turbativa d’asta secondo procura di Firenze e guardia di finanza. Dopo due anni di indagini (dal 2014) ora e’ agli arresti domiciliari il direttore generale dell’Ato Toscana sud – stazione appaltante -, Andrea Corti, 50 anni, ingegnere, principale indagato dell’inchiesta denominata ‘Clean City’. Di lui finora sono stati accertati guadagni illeciti per 380.000 euro attraverso consulenze, prestazioni professionali, intese. Gli inquirenti hanno ricostruito una rete di societa’ e consulenti finalizzata a garantire a Sei Toscana l’aggiudicazione.

L’appalto, dice la Gdf, fu regolato in modo da estromettere qualsiasi concorrente e far prevalere Sei Toscana. Colossi come Hera e Iren rinunciarono, scoraggiati da clausole vessatorie tipo avere da 3 anni minimo 80 milioni di fatturato, gestire bacini di 600 mila abitanti, avere a disposizione sul territorio impianti (discariche e termovalorizzatori), garantire il versamento di crediti Tia per 10,5 mln euro (posta che sale a 35 mln nel bando definitivo). Interdetti, da professioni e imprese, i manager Eros Organni, 51 anni, Ad del consorzio Sei Toscana, definito dal gip il ‘cervello’ della parte privata, e Marco Buzzichelli, 54, Ad di Siena Ambiente spa. Interdetto l’avvocato fiorentino Valerio Menaldi, 51 anni: il suo studio aveva una consulenza piena sul bando per l’Ato.

Restano ‘solo’ indagati, ma per il gip comunque pienamente dentro le accuse, l’ex onorevole Ds Fabrizio Vigni, 60 anni, che dopo una perquisizione si e’ dimesso da presidente di Siena Ambiente, a marzo 2016, e un altro avvocato di Firenze, Tommaso D’Onza, 43. Anche per loro cinque il pm aveva chiesto l’arresto, ma attualmente, dice il gip, possono rimanere liberi. I magistrati – gip e pm – usano parole dure a commento di indagini meticolose che la guardia di finanza ha svolto partendo da uno scritto anonimo molto particolareggiato e da documenti in Internet. La gara era strutturata per favorire Sei Toscana grazie a una commistione tra controllori e controllati dove gli indagati avevano concordato preliminarmente, nonostante ruoli pubblici e privati distinti e incompatibili, i dettagli dell’aggiudicazione.

Il gip Matteo Zanobini parla di “gara truccata” nell’ordinanza. Per i pm, il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo e l’aggiunto Rodrigo Merlo, ci sono “sconcertanti”, “impressionanti” conflitti di interessi tra dirigenti pubblici e manager privati, c’e’ “mercimonio”. Di Corti il gip scrive che vendeva la sua funzione pubblica e che la sua “spregiudicatezza nella gestione della cosa pubblica e la sua ‘fame’ di denaro appare, per certi aspetti, imbarazzante”. Armadi pieni di documenti negli uffici della Gdf rivelano i percorsi di fatture e compensi. Trovata anche ‘l’agenda delle cene’ di Corti con preziose annotazioni di meeting dove si davano indicazioni per indirizzare la gara (almeno 40 gli incontri nella fase ‘calda’ della procedura). C’e’ anche l’induzione alla corruzione dove Corti fa stornare una somma ingente, a titolo di consulenza, a societa’ a lui riconducibili. Sotto la lente degli investigatori anche la direzione scientifica di Corti, che e’ pure docente universitario all’ ateneo di Siena in Pin scarl, consorzio a prevalente capitale pubblico del Polo universitario di Prato. C’e’ nel bando il curioso capitolo ‘Somme a disposizione’ da 2,5 mln di euro: di per se’ regolare, in questa vicenda avrebbe avuto uno sviluppo anomalo giacche’ questo denaro – versato all’Ato dal vincitore dell’appalto – per gli inquirenti sarebbe stato usato per pagare “l’accordo corruttivo”. Nel consorzio Sei Toscana Siena Ambiente e’ la societa’ mandataria, mentre le mandanti sono Aisa spa, Cooperativa lavoratori ausiliari del traffico L.A.T., Csai spa, Ecolat srl, Sta spa, Unieco coop, Coseca spa. L’intreccio supera la Toscana. In pieno bando di gara di Ato Toscana sud, Organni, consigliere delegato, di Fpi aveva costituito un’Ati con lo studio legale fiorentino MM&A di Menaldi per consulenze al Comune di Monza su project financing per il Parco dello Sport. Ma MM&A aveva l’incarico globale da Ato Toscana Sud, ente pubblico che riporta alla Regione Toscana, per la consulenza a 360 gradi su tutto l’assetto giuridico legale del bando da 3,5 mld. Non solo: lo studio dove operava Menaldi aveva fatto consulenza per Fpi spa in progetti per gli ospedali di Vimercate e Garbagnate (Milano), e quello nuovo di Vibo Valentia. Per gli inquirenti, altri chiari conflitti di interessi.



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