Il Coordinamento Ricercatrici e Ricercatori Autoconvocati e Studentesse/i (Cravos) aderisce al flash mob indetto dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, in programma oggi pomeriggio alle ore 17:30 in piazza Matteotti a Siena, in occasione del 4 novembre. La data, nata come celebrazione della “vittoria” nella Prima guerra mondiale e trasformata successivamente nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, torna oggi al centro del dibattito pubblico. Secondo Cravos, le iniziative istituzionali e militari legate a questa ricorrenza “rientrano in una strategia più ampia volta a normalizzare la guerra e l’industria bellica”, penetrando nelle scuole, nelle università e nei luoghi di lavoro.
“Negli ultimi dieci anni – sottolineano da Cravos – la spesa militare è aumentata del 63%, mentre l’università pubblica resta sottofinanziata. Un sistema che condanna giovani ricercatrici e ricercatori alla precarietà, spesso costretti a lavorare per il complesso militare-industriale”.
Il coordinamento ricorda le mobilitazioni nate all’interno del mondo accademico per interrompere i rapporti tra università e apparato bellico: “All’Università per Stranieri di Siena siamo riusciti a interrompere una convenzione con la Marina Militare, mentre l’Università di Siena ha respinto la mozione per cessare gli accordi con Leonardo S.p.A., Israele e l’esercito americano”.
Un tema che si intreccia con la discussione in corso sulla riforma della governance universitaria proposta dal governo, che prevede l’estensione del mandato dei rettori da 6 a 8 anni e l’introduzione di un membro di nomina governativa nei consigli di amministrazione. “In un contesto già segnato da precarietà, tagli e dipendenza dai fondi privati e militari – evidenzia Cravos – questa riforma rischia di sancire la fine dell’autonomia universitaria. L’università-azienda costruita negli ultimi decenni si sta trasformando in un’università allineata agli interessi strategici della nazione, cioè agli interessi militari ed economici di pochi”.
Con l’adesione al flash mob, Cravos rinnova dunque il proprio impegno “per un’università libera, pubblica e indipendente da logiche di potere e profitto, e contro ogni forma di militarizzazione della conoscenza e della società”.