Santa Maria, ecco il programma fino a marzo 2017

Di Redazione | 23 Giugno 2016 alle 13:53

Santa Maria, ecco il programma fino a marzo 2017

Presentati gli eventi del Santa Maria della Scala

Eventi espositivi, incontri, concerti, workshop e attività didattica per una programmazione eterogenea e articolata, in grado di rilanciare l’immagine del Santa Maria come luogo di produzione e fruizione culturale dal respiro internazionale. Alla presenza del sindaco Bruno Valentini e del direttore della Direzione Musei del Comune di Siena, Daniele Pitteri, è stato presentato stamani in conferenza stampa, nei suggestivi spazi della Sala San Galgano, il calendario degli appuntamenti promossi al Santa Maria della Scala fino al mese di marzo 2017. <“Finalmente – ha introdotto il sindaco Valentini – possiamo sostenere che il Santa Maria è sulla rampa di lancio per una stagione di iniziative e appuntamenti improntati sulla qualità della proposta culturale. L’apporto del direttore Pitteri si sta rendendo sempre più evidente nella capacità di recepire e realizzare gli indirizzi dell’Amministrazione comunale con il valore aggiunto della sua grande competenza ed esperienza. Già in questi primi mesi abbiamo potuto apprezzare i risultati del suo lavoro e la prossima programmazione degli eventi contribuirà a qualificare ulteriormente l’offerta del Santa Maria”. Terminato l’allestimento di Tommaso Fiscaletti “Between Home and Wisdom” sulla comunità delle donne sangoma della baraccopoli di Dunoon, in Sudafrica, il Santa Maria è pronto a ospitare la mostra di opere d’arte contemporanea “Che il vero possa confutare il falso – La collezione Agiverona di Giorgio e Anna Fasol” curata da Luigi Fassi e Alberto Salvadori, la cui inaugurazione è in agenda per sabato 25 giugno dalle 18 alle 21 e che si sviluppa fra il Santa Maria, il Museo Civico e l’Accademia dei Fisiocritici.

“Il progetto ideato e diretto dalle associazioni “Fuoricampo” e “Culturing” in collaborazione con il Comune di Siena e l’associazione “Amplificatore Culturale” – ha affermato Giorgio Fasol, presidente onorario di Agiverona Collection – ha come obiettivo il supporto alle giovani generazioni attraverso lo scambio e la mobilità di artisti e operatori culturali tra la Toscana e il Belgio, ma anche la formazione di nuovi amateur e sostenitori dei linguaggi contemporanei. In quest’ottica l’esposizione della raccolta, una delle più illuminate in Italia, rappresenta un modello di sostegno alla produzione artistica, richiamando l’attenzione alle pratiche del collezionismo contemporaneo, alle nuove forme di mecenatismo nell’ambito artistico e alle nuove formule di collaborazione che si instaurano oggi tra artista e collezionista”. 

La mostra resterà in allestimento fino al prossimo 16 ottobre, una tempistica analoga a “Francesco Clemente – Fiori d’inverno” che proporrà dal 28 giugno al 2 ottobre una serie di 11 opere pittoriche dell’artista napoletano, newyorkese di adozione, delle quali due inedite. Un appuntamento, curato da Max Seidel e realizzato in collaborazione con il Kunsthistorisches Institut e con Opera, “di grande rilevanza internazionale – ha aggiunto Pitteri – e che ben esemplifica una delle strade che, nei prossimi anni, il Santa Maria della Scala intende seguire: ossia, non limitarsi a proporre eventi espositivi monografici o antologici, ma progetti espressivi e tematici autonomi realizzati in collaborazione con artisti, storici dell’arte, intellettuali, istituzioni nazionali e internazionali”.

Sempre nel solco dell’arte contemporanea è il successivo appuntamento espositivo/performativo: dall’8 luglio al 31 agosto le aree del Tesoro e della Fonte Gaia accoglieranno quattro installazioni di opere contemporanee audio-video per i progetti “Chigiana Radio Art” e “Installazioni Sound Art” in collaborazione con il “Chigiana International Festival” e Inner Room. “Un tema, quello del rapporto e delle relazioni fra le arti e fra piani espressivi diversi – ha spiegato Pitteri – di grande rilevanza, oggi, per le modalità e i percorsi secondo i quali si sta evolvendo, non più basati né sul distacco fra i linguaggi né sulla loro sintesi, bensì sulla costruzione di piani espressivi paralleli, autonomi ma dialoganti, che le quattro installazioni al Santa Maria della Scala ben rappresentano”.

Da fine ottobre riprendono le esposizioni fotografiche. Dal 29 e fino a tutto novembre, grazie alla collaborazione con il “Siena Art Photo Travel”, sarà esposta la mostra personale di Francesco Cito con un lavoro dedicato al Palio e l’installazione video fotografica “Where are we now?” di Vittorio Guida, realizzata nel 2014 in occasione della IV edizione del Forum universale delle Culture. Il 28 ottobre (in allestimento fino al 15 gennaio) sarà inaugurata “Fotografi in trincea – Immagini della Grande Guerra” in collaborazione con una serie di importanti soggetti nazionali e internazionali. Una mostra fotografica che racconta i fronti della prima guerra mondiale attraverso l’occhio di numerosi fotografi senesi e che comprende anche una sezione di opere del pittore Giulio Aristide Sartorio provenienti dalla collezione Farnesina Contemporanea. L’inaugurazione sarà accompagnata da “Fronti”, una performance filmico-musicale di Roberto Paci D’Alò.

Con “Ten Years and eightyseven days” di Luisa Menazzi Moretti si chiude questa prima tranche di programmazione espositiva. “Più che una semplice mostra – ha proseguito il direttore – quello della fotografa italo-americana è un progetto espressivo e culturale, a partire dalle lettere di alcuni condannati a morte da cui la Menazzi Moretti estrapola alcune frasi sulle quali poi costruisce un percorso fotografico. Il progetto, che il Santa Maria ospiterà a partire dal marzo 2017, è frutto di una coproduzione internazionale fra il Santa Maria stesso, l’Istituto Italiano di Cultura di Berlino e l’European Month of Photography di Berlino, la più importante rassegna fotografica continentale che terrà a battesimo la mostra, in prima mondiale, nell’ambito del suo programma, il 1° ottobre 2016″.

“Non soltanto eventi espositivi – ha poi precisato Pitteri – ma anche un fitto programma di incontri e momenti di parola, in parte collegati ad altri progetti o mostre, in parte progetti autonomi e a se stanti”. In luglio e in agosto, il Santa Maria ospiterà quasi tutti gli incontri del “Chigiana Lounge” che si terranno nella sala San Galgano a partire dalle ore 19 e che costituiranno anche una sorta di anteprima dell’apertura serale del complesso museale. Da settembre, infatti, ogni venerdì l’orario al pubblico proseguirà fino alle 22 e, nei mesi invernali, fino alle 20.

Nello stesso arco temporale si terranno anche gli appuntamenti di “Radio Talks”, trasmissioni in diretta radiofonica con pubblico e musica dal vivo, per un progetto sperimentale realizzato in collaborazione con il Chigiana Festival e Inner Room che potrà continuare nei mesi successivi con una programmazione ad hoc. Parallelamente a “Fotografi in Trincea”, la serie di incontri e dialoghi fra studiosi ed esperti sulle relazioni fra fotografia e conflitti, informazione, storia e società di massa, “Il tuo volto domani”, organizzati in collaborazione, fra gli altri, con la Fondazione Premio Napoli, istituzione che dal 2014 sta sviluppando iniziative e progetti collegati ai temi della Grande Guerra.

“Remixing Cities” è invece un grande progetto di respiro europeo che vede coinvolte tre città, Siena, Mantova e Reggio Emilia, oltre al Circuito Giovani Artisti Italiani – GAI, rete di circa 40 assessorati alle Politiche giovanili e alla Cultura di altrettanti Comuni italiani. “Si tratta di un viaggio nei temi della rigenerazione urbana – ha spiegato Pitteri – dei distretti culturali nei centri storici e dei centri di produzione artistica indipendenti che sarà compiuto attraverso testimonianze, case history, dialoghi e confronti”. “Remixing Cities” si articola nell’arco di tre weekend successivi: si inizia a Reggio Emilia dal 23 al 25 settembre e si chiude a Siena dal 7 al 9 ottobre, passando per Mantova dal 30 settembre al 2 ottobre. L’organizzazione dell’intero progetto sarà comune alle tre città, così come la comunicazione. Specificità dell’appuntamento senese, in particolare, il Boot Camp con urbanisti, architetti, storici dell’arte, sociologi e artisti nelle aree dismesse del Santa Maria, finalizzato a proporre idee e punti di vista sul futuro del complesso museale.

Per i primi di dicembre è inoltre in programma un piccolo festival dell’innovazione culturale programmato con papers (a breve partirà una call for papers che sarà selezionata da un comitato scientifico, in corso di costituzione), dialoghi e workshop, incentrato sui temi dell’innovazione organizzativa, di processo e tecnologica di prodotto in campo culturale. “Il tema dell’innovazione – ha sottolineato il direttore – è molto esplorato nel nostro Paese, ma mai relativamente alla cultura, un settore che dovrebbe essere di per se stesso e “costituzionalmente” innovativo, ma che spesso, invece, in Italia diventa territorio di conservazione, se non addirittura di ostacolo al cambiamento. L’intenzione di questo evento non è tuttavia polemica; al contrario, vuole esplorare ciò che sta accadendo nel settore culturale, non soltanto negli ambiti legati alla contemporaneità, e offrire un’occasione di confronto e dialogo fra gli innovatori e i decisori delle politiche culturali: proprio per questo abbiamo coinvolto nel progetto la Conferenza Stato-Regioni. Sia il festival che “Remixing Cities” possono diventare le prime tappe di un percorso da sviluppare negli anni: il primo potrebbe diventare un appuntamento fisso a cadenza biennale, mentre il secondo potrebbe aprire un percorso di studi e di ricerche sui temi della rigenerazione urbana, elementi che toccano direttamente il Santa Maria visto il processo di trasformazione a cui sta andando incontro”.

Infine, ulteriori due iniziative, di segno diverso ma di grande significato: “(In)Formiamoci”, un programma di workshop, programmato fra settembre e dicembre, che coinvolgerà esperti provenienti, fra gli altri, dalla Fondazione Pistoletto, dalla Biennale di Venezia e dall’Università degli Studi di Siena, con approfondimenti sulle professioni connesse alle arti e alla cultura: dalla curatela all’organizzazione, alla formazione.

“Creative Mornings” è invece una rete internazionale di circa 140 città (delle quali solo tre italiane) che, ogni mese, sceglie un tema comune su cui ogni città aderente alla rete organizza un piccolo incontro/conferenza/performance, coinvolgendo esperti, operatori e artisti della città. Le caratteristiche di “Creative Mornings” sono due: tutti gli incontri sono filmati e pubblicati on line, in modo che, puntualmente, trovi espressione in rete un grande catalogo di punti di vista su uno stesso tema. Tutti gli appuntamenti si svolgono all’ora di colazione e durano 40 minuti, accompagnati appunto da caffè, cappuccino e cornetti.

“Con questo programma – ha concluso Pitteri – in attesa di individuare il nuovo concessionario del Santa Maria con cui si inizierà un percorso di collaborazione non solo gestionale per i prossimi anni, abbiamo tentato di dare una prima risposta all’atto di indirizzo del Consiglio Comunale: ossia, trasformare progressivamente il Santa Maria della Scala da luogo meramente espositivo a centro di produzione artistica e culturale. Naturalmente è un programma indicativo sotto il profilo della diversità delle attività, ma non emblematico né esaustivo relativamente ai temi e ai contenuti del Santa Maria, che è parte rilevante dell’identità storica e artistica di Siena. D’altra parte, nell’autunno del 2017 si inaugurerà la mostra su Ambrogio Lorenzetti. Abbiamo inoltre tentato di dare voce all’altra parte identitaria del Santa Maria: il suo essere punto di sutura e incontro fra Siena e il mondo. In questa chiave, si devono leggere le collaborazioni locali, nazionali e internazionali che abbiamo attivato e che sono solo una piccola parte di un lavoro di rete e relazione da sviluppare nei prossimi anni”.



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