Accordo sindacale Gsk, anche la Cgil mette la firma: "Basi solide per evitare cambi di personale"

Di Redazione | 23 Gennaio 2019 alle 18:05

Accordo sindacale Gsk, anche la Cgil mette la firma: "Basi solide per evitare cambi di personale"

Si chiudono le polemiche interne alle sigle sindacali

Anche la Filctem Cgil ha apposto la firma sull’accordo sindacale con Gsk a favore della stabilizzazione dei lavoratori, dopo alcune settimane di polemiche interne alle sigle sindacali.

“Si sa – si  legge nella nota – una trattativa sindacale risulta tanto più complicata quanto l’azienda dove si svolge è complessa e articolata, e a maggior ragione se si tratta di una multinazionale. GSK Vaccines rientra appieno in questa logica: oltre 2.000 dipendenti diretti sul territorio senese, ulteriori 550 con contratto di somministrazione, svariati rapporti di consulenza e collaborazione, due siti con distinte caratteristiche (Siena, più vocato all’ambito della ricerca e sviluppo, e Rosia, organizzato maggiormente per la produzione), una catena decisionale che va oltre i confini nazionali dove non sempre certe dinamiche vengono comprese fino in fondo”.

“Nonostante ciò, dopo una lunghissima ed estenuante trattativa, ieri è stato raggiunto un accordo generale in tema di contratti di somministrazione e tempo determinato, integrato da una successiva intesa tramite la quale abbiamo convenuto una norma anti turnover precariato che, seppur non del tutto corrispondente alla iniziale proposta presentata dalla delegazione FILCTEM CGIL, getta comunque delle basi solide per evitare un continuo ricambio del personale con contratti temporanei”.

“E’ stato possibile conseguire questo primo obiettivo soprattutto grazie alla tenacia e determinazione dei nostri delegati sindacali, riconoscendo comunque il merito di un ritrovato rapporto costruttivo con i vertici aziendali. Inoltre, con l’intesa in questione, si conferma ciò che abbiamo sempre sostenuto: gli accordi hanno un loro carattere di legittimità solo se firmati dalla maggioranza della RSU eletta. Ora la parola passa ai lavoratori: unici veri certificatori dell’accordo raggiunto”.



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