Anichini (Cisl): "Siena ha scelto una nuova stagione dopo un predominio politico unico al mondo"

Di Redazione | 11 Ottobre 2018 alle 10:57

Anichini (Cisl): "Siena ha scelto una nuova stagione dopo un predominio politico unico al mondo"

Le parole della segretaria senese in occasione della presentazione della nuova sede provinciale

Ieri la presentazione della nuova sede provinciale Cisl in Massetana, alla presenza della segreteria nazionale Annamaria Furlan, queste le parole della segretaria senese Emanuela Anichini: “La Cisl di Siena festeggia una giornata particolare e preziosa che dà un nuovo inizio e sicuramente più dignitoso alla nostra attività politica sul territorio. Un obiettivo, quello delle nuova sede, raggiunto a cui la segreteria ha lavorato tanto e con convinzione, spronata solo alla voglia di riabilitare l’immagine della Cisl, spesso negli anni passati (e nessuno ce ne voglia, ma così apparivamo), troppo spenta, sfumata, quasi nascosta, una Cisl che i nostri iscritti spesso non capivano e – dobbiamo dire – non si meritavano e non si meritano. Dunque, un’inaugurazione non solo di ordine puramente logistico, ma che implica, soprattutto, un’apertura di cuore alla città e a tutte le sue attività lavorative, appunto più dignitosa, più rispettosa di chi rappresentiamo e di chi vorremmo in futuro rappresentare: in sintesi più partecipata al mondo del lavoro e ai pensionati. Viviamo una fase storico-sociale del paese molto delicata e ancora da interpretare; comunque di svolta e di radicale mutamento culturale. Siamo reduci infatti da pochi mesi del responso elettorale governativo, nonché di quello amministrativo delle comunali.

“Siena ha scelto in maniera democratica di vivere, ed era umano ed inevitabile visto lo scempio perpetrato al nostro contesto economico, una nuova stagione, una prima e vera alternativa politica ad un predominio costante, forse unico al mondo occidentale, durato ben 74 anni. Di fatto non abbiamo mai né le vecchie né le giovani generazioni vissuto e saputo capire in che cosa consistesse l’alternanza politica. Abbiamo vissuto insieme ad un intreccio strano, contorto, di difficile lettura incrostatosi nei decenni, passato di padre in figlio, un intreccio non solo partitico, ma appunto di strani origini e con fini invece non sempre concepiti per il bene della collettività. Il processo storico ed anche morale che ne è derivato, è stato dunque inevitabile e speriamo non tardivo per rilanciare con nuove idee, nuovi mezzi, nuove persone, e più che altro, e qui è il difficile, nuove risorse il nostro territorio. Dovremmo in sintesi imparare a gestire la crisi del Monte dei Paschi vivendo con più umiltà e semplicità e facendoci un auto analisi a tutto campo, e contemporaneamente dovremmo sforzarci di creare un futuro onesto per i nostri giovani, contando con ciò che abbiamo tra le mani e abbandonando l’effimera convinzione di poter vivere in un benessere eterno ed intoccabile. Appello a favore dei nostri giovani: non abbattetevi, non scoraggiatevi, credete nelle vostre forze, capacità e potenzialità, ma contemporaneamente non abdicate mai ai valori di onestà e lealtà ed altruismo, lottate per un occupazione lavorativa (e su ciò noi sindacato, noi Cisl in primis, dobbiamo esservi accanto con convinzione e coerenza) duratura e meno precaria (troppi contratti a tempo determinato che rasentano l’abusivismo e il ricatto morale)”

“Perché siamo convinti che abbiate diritto a più certezze e più garanzie. Non intendiamo tirarci indietro a nuove sfide, ma vogliamo anzi esprimere la nostra forte e convinta volontà di lavorare congiuntamente alle altre rappresentanze sindacali Confederali presenti sul territorio (l’isolamento non ci attrae e non ci sembra assolutamente il momento di fare le prime donne) ma è pur vero che fino ad oggi forse è mancato un giusto equilibrio tra le stesse, causa forse il monopolio politico di cui sopra. Non pretendiamo corsie preferenziali, né favoritismi né tantomeno interlocuzioni privilegiate, visto che non ci appartengono; ma ci aspettiamo da questa nuova fase, difficile, irta, e per certi versi precaria, un inizio di dialogo. E la Cisl è il sindacato del dialogo, di confronto più fitto, leale, costruttivo e realmente con lo sguardo attento al mondo del lavoro, possibilmente alla sua crescita e non al mero profitto economico. Le nostre controparti sanno benissimo che nella Cisl possono trovare un interlocutore serio, insieme a tutta la sua classe dirigente dal primo sindacalista di base fino alla sua massima espressione politica: una Cisl che può ancora vantare un’autonomia politico-partitica che ci dà la possibilità di dialogare con tutti a prescindere dalla loro appartenenza/provenienza, una Cisl in sintesi che non conosce differenze né discriminazioni di nessun tipo”

“Mi accingo ad andare verso il finale, citando una frase profonda, perlomeno per me, che mi ha colpito molto ascoltandola ad una recente omelia: “abbiamo scelto questa casa per essere uomini e donne pensanti (come diceva appunto il Cardinale Martini non esistono credenti o non credenti, ma pensanti e non pensanti e chi pensa viene da noi ovvero nella nostra casa) e contemporaneamente, e qui deve stare la nostra forza, rimanere persone libere sia da un punto di vista etico che ideologico! Persone che non devono cadere nelle facili sirene dell’individualismo e dello scontro generazionale.

“Grazie Annamaria e a tutta la Segreteria nazionale per l’attenzione che è stata posta a questo territorio e a tutto il nostro quadro dirigente. Quella di oggi è una stupenda opportunità d’incontro proprio tra persone libere che con orgoglio e con passione portano avanti i valori della Cisl tra le persone facendosi carico dei loro bisogni, delle loro paure e anche delle loro speranze di fronte ad un mondo e una società sempre più incerti che noi comunque siamo chiamati a gestire, ad interpretare, ponendo attenzione affinché il progresso non reprima il lavoro e non isoli l’uomo. Il progresso e la ricerca scientifica siano dunque il volano per migliorare la qualità della vita di ognuno di noi creando contemporaneamente più occupazione più certezza più compattezza sociale. Infine respingiamo il rancore che respiriamo da tempo ed evitiamo che entri nel sangue dei singoli perché poi sarebbe difficile estirparlo e noi come sindacato avremo finito per cedere le armi”.



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