Convegno su "ideologia gender" patrocinato dal Comune di Siena: scatta la polemica

''L'ideologia del gender e i pericoli per i diritti delle donne e dei bambini' il titolo del convegno tenutosi oggi. Risposta forte di Arcigay, Arci, Anpi, Cgil e altre associazioni senesi

Di Redazione | 6 Maggio 2022 alle 22:00

L’ideologia del gender e i pericoli per i diritti delle donne e dei bambini”. E’ questo il titolo del convegno che si è tenuto oggi, 6 maggio, nella sala Italo Calvino del Santa Maria della Scala. Al centro del dibattito organizzato dall’Osservatorio di bioetica di Siena il macrotema dell’identità sessuale. La tesi sostenuta dai relatori è fortemente critica nei confronti della parola “fluido” in tema di sessualità, ed il discorso ha toccato diversi ambiti quali la somministrazione di ormoni e la maternità surrogata. Temi al dir poco delicati insomma, che si posizionano in una pericolosa zona d’ombra della libertà individuale di una persona che dovrebbe sempre sentirsi in grado di agire come meglio crede con il proprio corpo.

Anche per questo ha scatenato molto scalpore il fatto che l’intero evento sia stato patrocinato dal Comune di Siena. Nessuno della giunta ha fisicamente partecipato all’incontro ma in un comunicato congiunto Arcigay Siena-Movimento Pansessuale, Non una di Meno, Arci, Anpi, Archivio Udi, Centro Mara Meoni, donne democratiche di Siena e il Coordinamento donne della Cgil hanno condannato fermamente la decisione di palazzo pubblico di patrocinare questo tipo di iniziativa. Nella nota congiunta si legge: “La presunta “ideologia del gender” a cui si fa riferimento nel titolo dell’iniziativa è un’invenzione, una bufala costruita ad arte e concepita per screditare i progetti di educazione all’affettività promossi dalle nostre associazioni che quotidianamente si impegnano a costruire un mondo più aperto, inclusivo, accogliente e rispettoso delle differenze”.

Nel testo si legge anche: “Per amore di verità, i relatori e le relatrici dell’incontro dovrebbero spiegare una volta per tutte, in che modo l’autodeterminazione e la felicità delle persone LGBTQIA+* costituirebbe una minaccia per la società e in che modo l’estensione di diritti e opportunità a chi non ne ha, metterebbe in pericolo i diritti già acquisiti di donne e bambini”. Di tutta risposta in apertura di convegno una delle relatrici, Marina Terragni la fondatrice di feministpost, ha invitato con toni piuttosto provocatori i firmatari della lettera ad un incontro pubblico.



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