Guardia di Finanza di Siena, due imprenditori denunciati per bancarotta e autoriciclaggio

Di Redazione | 27 Gennaio 2020 alle 9:06

Guardia di Finanza di Siena, due imprenditori denunciati per bancarotta e autoriciclaggio

Fiamme Gialle sequestrano beni destinati al fallimento, nascosti per non pagare i creditori

Nascondono i loro beni dopo il fallimento per non pagare i creditori: la Guardia di Finanza di Siena denuncia due imprenditori per bancarotta e autoriciclaggio. Nei giorni scorsi le Fiamme Gialle senesi hanno eseguito un sequestro di mobilio e macchinari per bar e ristoranti,  sottratti  all’attivo fallimentare da parte del soggetto insolvente e di un suo complice.

I beni erano stati illecitamente “spostati” da una società operante nel settore della ristorazione, dichiarata fallita nel 2016. L’amministratore infatti, simulando una cessione di ramo d’azienda, aveva trasferito tutti i beni e l’avviamento dell’impresa fallita ad una New Company, appositamente costituita con l’intento di continuare l’attività di ristorazione eludendo la massa dei creditori.

Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Siena – sotto l’egida della locale Procura della Repubblica, nella persona del dottor Siro De Flammineis – avevano evidenziato l’esistenza di numerosi beni mobili quali banconi, sedie, macchinari oltre a mobilio di vario genere che, pur risultanti in carico alla fallita, in sede di inventario della curatela non erano stati rinvenuti.

Dai preliminari accertamenti emergeva la concreta probabilità che i beni fossero stati destinati ad una società costituita ad hoc in concomitanza al fallimento. Il sospetto si è poi confermato: le perquisizioni eseguite presso le abitazioni degli indagati e presso l’esercizio di ristorazione hanno consentito di individuare tutti i beni sottratti, per un valore di circa 90 mila euro, prontamente sottoposti a sequestro da parte della Autorità Giudiziaria penale per poter successivamente essere inseriti nell’attivo fallimentare, così da poter garantire  i creditori danneggiati dal comportamento fraudolento degli indagati. A carico delle persone cui è addebitata la bancarotta per distrazione è stato anche ipotizzato il reato di autoriciclaggio.



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