È partito il 5 maggio da Milano il “Cammino di Pace” della scuola di italiano gratuita per migranti Penny Wirton che arriverà a Roma, in piazza San Pietro, mercoledì 14 maggio. Una delle tante tappe previste in questo pellegrinaggio è stata Siena con l’Istituto Giovanni Caselli che ogni venerdì ospita le lezioni della scuola Penny Wirton di Siena frequentate da migranti ai quali viene insegnata gratuitamente la lingua italiana. Un viaggio “povero, lento e condiviso” con l’obiettivo di scrivere una lettera da consegnare al nuovo Papa con pensieri e riflessioni sul concetto di pace scritti dai tanti immigrati presenti in Italia.
“Questo Cammino della Pace nasce dall’idea di riuscire a riscrivere una lettera – spiega Eraldo Affinati, fondatore della scuola Penny Wirton -. Una lettera che venne trovata nelle tasche di due bambini africani nel 1999, trovati morti assiderati nel carrello di un aereo all’aeroporto di Bruxelles, nella quale loro chiedevano cibo, istruzione e sanità ai governanti della terra, ai quali ingenuamente si rivolgevano. Noi vogliamo riprendere quella lettera – precisa Affinati -, riscrivere questa lettera con i ragazzi delle scuole Penny Wirton presenti nel Paese. E noi vogliamo rivolgere questa nuova lettera a Papa Leone XIV, ma anche a tutti i governanti per presentare queste voci di questi ragazzi che studiano l’italiano e, studiando l’italiano, imparano anche a diventare adulti a diventare grandi. Vogliamo arrivare mercoledì a piazza San Pietro e raccontare un’altra Italia, un’Italia forse più bella di quella che noi siamo abituati a vedere in televisione e di cui leggiamo sui giornali”.
Un incontro importante e davvero segnante anche per la comunità dei migranti che a Siena ha scelto di vivere e di integrarsi come ha sottolineato il dirigente scolastico Luca Guerranti.
“Fra i tanti compiti che abbiamo come istituzioni scolastiche – afferma Luca Guerranti, dirigente scolastico dell’istituto Giovanni Caselli di Siena -, c’è proprio quello di educare i nostri ragazzi alla pace soprattutto in questo periodo segnato dai vari conflitti che ci sono a Gaza, in Ucraina e recentemente anche fra India e Pakistan. Per cui dare l’idea ai nostri studenti e alle nostre studentesse che con la guerra non si risolve assolutamente niente e che quindi ci vuole la pace. Ben venga questa marcia della pace che sappiamo essere un evento anche interreligioso e interculturale aperto a tutti proprio, per far sì che la pace trionfi veramente”.