Muore a 64 anni dopo intervento all'anca: Tribunale di Siena delibera maxi risarcimento

Vittima una 64enne. Risarcimento da 588mila euro a carico delle due strutture sanitarie e delle assicurazioni dei due chirurghi ortopedici. Fu fatale un errore farmacologico commesso durante un intervento effettuato in una clinica d'eccellenza a Siena

Di Redazione | 25 Gennaio 2021 alle 21:58

Caso di malasanità a Siena: il tribunale ha condannato due importanti strutture ospedaliere di Siena e Roma a un maxi risarcimento in relazione alla morte, avvenuta nel 2014, di una donna di 64 anni ricoverata per una protesi all’anca, vittima di una fatale catena di errori terapeutici e chirurgici.

Il Tribunale della città del Palio ha deliberato un risarcimento, inclusi interessi e spese, di 588mila euro a carico delle due strutture sanitarie e delle assicurazioni dei due chirurghi ortopedici.

La donna aveva iniziato il suo iter clinico nel 2013 in una struttura privata di Siena, per un intervento chirurgico di protesi d’anca. A causa dell’errata somministrazione di un farmaco sono sopraggiunte complicazioni post operatorie e un aggravamento delle condizioni, fino al ricovero presso un’altra struttura del gruppo a Roma, dove si scoprì la presenza di un’infezione. Dopo alcuni mesi la donna morì. Una vicenda che pone l’accento sul tema delle infezioni ospedalieri, nel quale l’Italia è fanalino di coda in Europa.

“Dopo l’intervento è stato commesso un errore farmacologico – evidenzia Gabriele
Chiarini, avvocato della famiglia, ai microfoni di Siena Tv – la signora aveva un’intolleranza all’eparina, anticoagulante utilizzato nella profilassi anti trombo-embolica. E’ stato necessario utilizzare quindi un altro farmaco, praticato con una posologia diversa, doveva essere somministrato all’esito dell’intervento e non prima di 6 ore. Questo errore farmacologico ha determinato una cascata di conseguenze negative, a partire da un eccessivo sanguinamento del sito operatorio, il campo visivo non era libero, e si sono sommate delle infezioni ospedaliere collegate a quest’errore terapeutico”.

 



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