Mps Siena, secondo Giorgetti il 2024 è l'anno buono per le nozze. La banca vale 5 miliardi più premio di controllo

A due giorni dall'assemblea che ratificherà il bilancio, continuano i rumors sul possibile partner per il terzo polo: le altre banche hanno escluso l'interesse

Di Redazione | 9 Aprile 2024 alle 19:25

Mps Siena, secondo Giorgetti il 2024 è l'anno buono per le nozze. La banca vale 5 miliardi più premio di controllo

Sarà il 2024 l’anno di svolta di Mps? Il destino della banca senese potrebbe essere quello delle nozze, anche se no è chiaro con chi. L’orizzonte temporale è fissato dallo stesso ministro ell’Economia Giancarlo Giorgetti, quando mancano due giorni dall’assemblea che metterà nero su bianco sul bilancio.

“La scarpetta è pronta, il 2024 credo debba essere l’anno buono” è la dichiarazione, riportata da Ansa, a proposito del partner per l’istituto senese, da trovare nel giro di otto mesi, anche in base agli accordi presi con la Ue. Ma quanto dovrebbero investire i potenziali “sposi”? Si dovrà fare riferimento alle valutazioni di Borsa, dove oggi la banca vale oltre 5 miliardi di euro, e pagarci sopra un premio per il controllo. Lo ha spiegato il consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi in risposta a un piccolo socio che, nelle domande prima dell’ assemblea – dove non si voterà in presenza ma solo tramite un unico rappresentante designato – chiedeva quale fosse “il giusto prezzo”.

“Uno dei parametri da tenere in considerazione per determinare il valore del gruppo è il corso di Borsa, a cui applicare eventualmente un premio di controllo” ha poi spiegato il board. Intanto va considerato che il Mef ha perso il suo ruolo di azionista di controllo, riducendo la sua quota dal 64,23 al 26,73%. E non è escluso che possa scendere ancora e potrà farlo alla scadenza a fine giugno del lock-up.

La difficoltà è trovare lo “sposo”, per dare luce all’agognato terzo polo. Finora Unipol/Bper e Banco Bpm hanno escluso di essere interessate all’acquisto del Monte dei Paschi e, seppur con toni più sfumati, anche Unicredit ha espresso la stessa posizione.



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