Semaforo verde da Consob e Antitrust per l’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) lanciata da Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca. L’autorità di Borsa ha dato il suo via libera al prospetto informativo, che dettaglia scenari e impatti finanziari di un’operazione attesa e ora pronta a entrare nel vivo dopo sei mesi di iter autorizzativo. Anche l’Antitrust italiano ha espresso un’approvazione “incondizionata” per l’acquisizione di Piazzetta Cuccia, sgombrando il campo da ulteriori ostacoli regolatori.
Con l’approvazione della Consob – che, va precisato, non è un giudizio sul merito dell’operazione, ma una certificazione della completezza delle informazioni per gli investitori – è stato reso noto il calendario dell’offerta: l’operazione prenderà il via il 14 luglio e si concluderà l’8 settembre, sfruttando al massimo i 40 giorni di Borsa aperta consentiti. Questo prolungamento fino a settembre è stato strategico per MPS, considerando l’avvio in pieno periodo estivo e la possibilità per il mercato di digerire i risultati della semestrale del Monte, attesi il 5 agosto.
La prossima settimana, il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca si riunirà per la sua valutazione finale sull’offerta. Nonostante si preveda una reazione negativa, il cda valuterà attentamente il documento d’offerta che MPS pubblicherà a breve. Da questo si saprà anche se la banca guidata da Luigi Lovaglio ha fissato una soglia minima di adesione inderogabile più bassa rispetto al 66,7% (questa sì, derogabile).
Da parte sua, Mediobanca ha sollecitato la Consob affinché il documento di MPS evidenzi gli effetti su utili, dividendi e capitale del Monte in caso di adesioni inferiori al 50%. Tali scenari renderebbero difficile l’accelerazione nell’utilizzo dei crediti fiscali (DTA), un valore stimato in 1,2 miliardi di euro per i soci di Piazzetta Cuccia, e rallenterebbero la realizzazione delle sinergie.
Piazzetta Cuccia, con l’obiettivo di rendere chiare le prospettive di una eventuale integrazione, ha recentemente presentato un piano stand-alone ambizioso, che promette 4,9 miliardi di euro di dividendi entro il 2028. Nonostante questo, il mercato ha reagito con cautela: le azioni, dopo l’uscita di Mediolanum (che ha ridotto la sua quota all’8,1%), hanno registrato un calo, ridimensionando il premio che il mercato si attendeva sull’offerta iniziale, ora stimato intorno ai 600 milioni.
Nel frattempo, Mediobanca prosegue le interlocuzioni con Generali per l’acquisizione di Banca Generali, la cui assemblea è stata posticipata al 25 settembre. L’obiettivo è convincere altri investitori chiave come Delfin, le casse previdenziali, i Benetton e Unicredit, che a giugno si erano mostrati più riluttanti. Una missione non semplice, data la posizione di Delfin – principale sostenitore dell’offerta di MPS – e l’orientamento passato di alcune casse e di Unicredit, schieratisi in passato con il fronte di Caltagirone anche su Generali e MPS.
A Siena, dove si offre 2,533 azioni proprie per ogni azione Mediobanca, si ostenta piena fiducia nel successo dell’operazione. L’obiettivo ambizioso è la creazione di un terzo polo bancario ben diversificato, integrando le competenze dei due brand nel settore commerciale, nell’investment banking, nel wealth management e nel credito al consumo. Con tassi di adesione superiori al 50%, che assicurerebbero il controllo di diritto, la partita sarebbe virtualmente chiusa. Sotto quella soglia, invece, il management di Mediobanca potrebbe tentare di resistere, sfidando MPS con la propria strategia e persino richiedendo una revoca del cda.