Pd: "Il Comune di Siena come si prepara per il Reddito di Cittadinanza?"

Di Redazione | 7 Febbraio 2019 alle 11:02

Pd: "Il Comune di Siena come si prepara per il Reddito di Cittadinanza?"

Interrogazione alla maggioranza

Il Pd interroga sindaco e giunta su come il Comune di Siena si prepara per il Reddito di Cittadinanza:

“Dato che nell’ultimo Consiglio Nazionale Anci, il presidente Antonio De Caro nella sua relazione introduttiva ha affrontato il tema di come i Comuni dovranno gestire la misura del Reddito di Cittadinanza,
la copertura finanziaria al momento è incerta e transitoria ed è strettamente legata ad un ingente aumento dell’IVA nel 2020 ed inoltre perchè senza adeguate politiche attive del lavoro rischia di trasformarsi in un “reddito di sudditanza”; al di là della valutazione politica, è comunque importante che vengano introdotti strumenti in grado di portare sostegno alle famiglie in difficoltà; – nell’ultima campagna elettorale per il Comune di Siena, il nostro programma prevedeva l’attivazione di progetti per lavori socialmente utili per cento persone all’anno, per un impegno finanziario del valore di 1,5 milioni di euro  – i Comuni non avranno più il ruolo di regia della misura complessiva, come avveniva per il Rei, non essendo né il primo né l’unico punto di accesso, poichè la richiesta si presenterà direttamente a Poste italiane o ai Caf convenzionati con l’Inps ed entro trenta giorni dal riconoscimento del beneficio, i beneficiari vengono smistati tra centri per l’impiego e Comuni; ricorreranno ai nostri servizi sociali, quindi, tutti coloro i quali non abbiano meno di 26 anni, non siano disoccupati da più di due anni, non beneficino di altri ammortizzatori sociali per disoccupazione involontaria e non abbiano sottoscritto un patto di servizio presso i Centri per l’impiego. A questo punto il Comune valuterà se emergono bisogni prevalentemente lavorativi, passando la competenza ai Cpi; se emergono bisogni complessi e
multidimensionali, i beneficiari sottoscriveranno un patto per l’inclusione sociale con i servizi sociali dei Comuni che coordineranno gli interventi di rete con i Cpi e gli altri servizi territoriali – infine sia chi avrà sottoscritto il patto di lavoro con il Cpi, sia chi sottoscrive il patto di inclusione dovrà partecipare a progetti utili alla collettività predisposti dai Comuni fino a 8 ore settimanali”.

“In sintesi, quindi, i Comuni avranno ben sette compiti da svolgere: 1. verificare i requisiti di soggiorno e residenza, 2. convocare i richiedenti con bisogni complessi entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio,
3. effettuare la valutazione multidimensionale e predisporre il Patto per l’inclusione sociale,
4. attivare progetti di presa in carico sociale anche dei beneficiari che sottoscrivano il Patto per il lavoro,
5. predisporre progetti di pubblica utilità sociale per tutti i beneficiari entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto, 6. alimentare le banche dati previste dal decreto, 7. segnalare le informazioni sui fatti suscettibili di sanzioni o decadenza del beneficio. L’attivazione di una proposta di utilità sociale da parte del Comune presuppone l’elaborazione di un progetto, direttamente o in partnership con soggetti del Terzo
settore, predisponendo procedimenti amministrativi ed assicurativi, tali da garantire la sicurezza del lavoratore e fornire strumenti adeguati ai volontari, con uno sforzo organizzativo e amministrativo che coinvolgerà molti uffici del Comune oltre a quelli dei servizi sociali”

Si chiede quindi a sindaco e giunta come il Comune di Siena intende programmare tempestivamente azioni idonee a fronteggiare ed organizzare quanto sopra descritto per rispondere ad una domanda sociale che secondo i media nazionali sarà consistente in ogni città italiana.



Articoli correlati