Pedopornografia e violenza in gruppo Whatsapp di minori: vasta operazione dei carabinieri partita da Siena

Di Redazione | 16 Ottobre 2019 alle 10:49

Pedopornografia e violenza in gruppo Whatsapp di minori: vasta operazione dei carabinieri partita da Siena

Tutto nasce dalla denuncia di una madre ai militari dell’Arma senesi: 25 decreti di perquisizione in 13 province italiane

Pedopornografia e violenza nel gruppo Whatsapp del figlio 13enne: a seguito della denuncia di una madre ai carabinieri di Siena è scattata un’operazione che ha portato 25 decreti di perquisizione per 19 minorenni (sei 13enni), 6 maggiorenni, eseguiti nella notte di ieri in 13 province italiane.

La donna, scoperto il gruppo Whatsapp, chiamato “The Shoah Party” e i suoi contenuti, ha segnalato il tutto ai militari dell’Arma senesi, che hanno fatto partire intercettazioni telematiche dopo l’ok della Procura dei Minori di Firenze. Autorizzati dai pubblici ministeri, i militari si sono introdotti con l’inganno all’interno del gruppo social, riuscendo a convincere gli amministratori della loro inattendibile affidabilità, con un gioco da hacker. Dopo mesi d’indagini si è poi risaliti agli amministratori del gruppo, quelli che lo hanno creato e alimentato, minorenni e maggiorenni, tutti residenti nella zona di Rivoli, le immagini e i video postati sono stati attribuiti singolarmente alla responsabilità di qualcuno, e alla fine ne è venuta fuori una ben documentata informativa di reato che è finita sul tavolo dei magistrati operanti.

Questi hanno ritenuto necessario interrompere da subito l’attività delittuosa. I carabinieri avevano ricostruito tutto. Maggiori elementi potevano emergere solo dalle perquisizioni. Sono stati così emessi 25 decreti di perquisizione a carico degli indagati, 19 a carico di minorenni e 6 a carico di maggiorenni, eseguiti nella nottata di ieri in 13 Province d’Italia. Sui sei 13enni coinvolti non era possibile procedere, essendo non imputabili per la legge italiana. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati decine di telefonini e computer. Verranno affidati ad un consulente tecnico d’ufficio che ne farà delle copie forensi, riproduzioni attendibili dei contenuti spesso indescrivibili delle chat, necessarie per la promozione delle accuse in giudizio.



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