Peste suina, la Toscana prova a correre ai ripari

La regione si è mossa preventivamente nella prevenzione. Ad oggi non sono stati riscontrati casi nel nostro territorio

Di Redazione | 13 Maggio 2022 alle 21:00

Peste suina, la Toscana prova a correre ai ripari

La Toscana prova a correre ai ripari dalla peste suina. La malattia è già stata registrata in alcuni ungulati in Piemonte, Liguria e Lazio, ma ad oggi non sono stati riscontrati casi nel nostro territorio. “Questo fenomeno, che tra l’altro non è sconosciuto e sappiamo come trattare, era evidente che riuscisse a muoversi – spiega Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Siena – La raccomandazione era quella di tenere comportamenti giusti e corretti. La regione Toscana si è mossa tempestivamente e ha evidenziato quei comportamenti da tenere che preservano soprattutto gli allevamenti, perché come purtroppo sappiamo in casi sciagurati si rischia addirittura l’estinzione dell’allevamento stesso”.

La circolazione di animali infetti, i prodotti a base di carne e di maiale contaminata e lo smaltimento illegale di carcasse sono le modalità più rilevanti di diffusione della malattia. L’attività di prevenzione si basa soprattutto sul tenere corretti atteggiamenti in determinate situazioni. “L’attenzione quando andiamo nel bosco, quando ci avviciniamo ai cassonetti, quando rientriamo nelle abitazioni – prosegue – Alla base c’è questo monitoraggio che permette di andare a individuare le zone sensibili”.

“Fino al 31 Gennaio, in cui le squadre hanno operato le braccate al cinghiale, abbiamo trovato alcuni animali con dei problemi – dice Roberto Vivarelli, coordinatore ATC toscani – Sono stati tutti analizzati ma nessuno è risultato positivo alla peste suina. Loro sono stati la prima sentinella, ora dovremo fare controlli nei boschi, ma da questo punto di vista se non ci vanno i cacciatori non so chi potrebbe andarci”



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