Statalizzazione nidi, maestre e sindacati: "Senza conciliazione non escludiamo scioperi"

Di Redazione | 2 Aprile 2019 alle 19:44

Statalizzazione nidi, maestre e sindacati: "Senza conciliazione non escludiamo scioperi"

Ghidoli, Cgil: “Tre assunzioni previste nel 2019 sono state rimandate, l’Amministrazione non investe nei servizi educativi”

Tiene banco la discussione tra maestre, sindacati e Comune per l’ipotesi di esternalizzazione e statalizzazione dei nidi. Ieri è stato proclamato lo stato di agitazione dei servizi educativi del Comune (LEGGI QUI: https://www.radiosienatv.it/ipotesi-statalizzazione-nidi-personale-servizi-educativi-proclama-stato-di-agitazione/). A spiegare la sua posizione ai microfoni di Siena Tv è Beatrice Piccioni, rappresentante Rsu Cgil e maestra: “Da anni siamo impegnati nella costruzione della qualità del servizio – ha detto – da una parte siamo preoccupate per il cambiamento che ci riguarda, col cambio di datore di lavoro, ma sopratutto per la tutela del ruolo e del valore educativo di questi servizi. Quando parliamo di esternalizzazione dei nidi capiamo che è personale non più del Comune, con inquadramento e gestione diversa”.

“Chiediamo più assunzioni, sopratutto nel nido, che è carente di educatrici, custodi e cuoche, i bimbi hanno bisogno di personale stabile perchè la continuità didattica è fondamentale nelle nostre strutture – ha aggiunto ai nostri microfoni Maria Luisa Ghidoli, responsabile FP CGIL Nazionale nel settore educativo – Il personale di ruolo viene ricollocato nei nidi dove c’è più assenza di personale, quello precario ha più difficoltà, chiediamo di stabilizzare chi ha requisiti. Nel piano occupazionale del fabbisogno del si doveva stabilizzare 3 persone nel 2019, e invece è scomparso e spostato al 2020: la dice lunga dell’intenzione dell’Amministrazione di voler investire in questi servizi. La preoccupazione è per la qualità dei servizi. Aspettiamo il raffreddamento dal prefetto, se non c’è una conciliazione andiamo avanti con la mobilità, non escludiamo lo sciopero”.



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