“Un tempo le questioni, anche le più difficili, si risolvevano davanti a un tavolino, davanti a un buon bicchiere di vino e a un buon pranzo. E spero che col tempo ritorni questa abitudine”. Con questa frase la giovane imprenditrice della ristorazione senese Giulia Causarano ha battezzato la serata organizzata nel suo locale dedicata al mondo del Brunello di Montalcino con “Sangiovese Purosangue”. Un evento fortemente voluto proprio nella settimana successiva del Vinitaly dalla giovane ristoratrice senese, aperto agli operatori del settore della città a stretto contatto con uno dei vini più prestigiosi del ricco territorio senese.
“In un mondo dove si continua a dire che i giovani non fanno niente, non organizzano niente o hanno poca iniziativa. Noi abbiamo cercato, dopo il Vinitaly, di creare un evento che unisca anche diverse attività a Siena, perché ci sono tantissimi ristoratori e tantissimi produttori – spiega la padrona di casa del Ristorante Mugolone Giulia Causarano -. Un modo per stare insieme, per legare ancora di più questa città che non sta attraversando un bellissimo periodo e secondo me ci siamo riusciti, perché ci sono tantissimi volti conosciuti, tantissimi brand importanti, tantissime aziende importanti che hanno aderito all’iniziativa e noi siamo felicissimi della giornata”.
Sangiovese Purosangue torna dopo anni nel cuore di Siena, una scelta non a caso vista la centralità toscana e senese del Sangiovese. Un bel ritorno che ha avvicinato anche tantissimi giovani che sempre di più si interessano alla cultura del vino e grazie a questo prodotto hanno deciso di fare attività e economia.
“Era da un po’ di anni che non facevamo un evento a Siena – spiega l’ideatore dei Sangiovese Purosangue, Davide Bonucci -. Abbiamo ripreso con un format diverso coinvolgendo ristoratori e enotecari per degli eventi più vicini ai consumatori e alle attività dove effettivamente il vino viene bevuto quotidianamente. Mi sono accorto che c’è un ricambio, c’è anche un cambio di abitudini. I giovani si avvicinano più facilmente al mondo della mixology e dei cocktail. Magari con il tempo cominciano ad apprezzare l’aspetto culturale. La conoscenza del territorio ruota attorno al vino, è un mondo più complesso che ha bisogno di un approccio progressivo, quindi il fatto che si avvicinino piano piano a me fa sicuramente piacere”.