Un mese di Mustafà a Siena

La raccolta fondi ha già raggiunto 170 mila euro. Il bambino dimesso ieri dalle Scotte è atteso a Budrio per metà marzo

Di Redazione | 21 Febbraio 2022 alle 18:50

Sono oltre duemilacinquecento i donatori anonimi che hanno permesso di raccogliere circa 170 mila euro da quando è partita la campagna fondi per aiutare la famiglia di siriani divenuta nota alle cronache grazie ad una fotografia.

C’è chi ha donato diecimila euro tutti in una volta e chi, nel corso dei questi pochi mesi, ne ha versati almeno ventimila. Sono loro, i donatori anonimi, che hanno permesso l’arrivo della famiglia di Mustafà in Italia e che potranno aiutarli ancora nel lungo percorso che li aspetta per le protesi del bambino e del babbo Munzir che ha perso un gamba per l’esplosione di una mina.

Ma di finanziamenti per poter seguire la crescita del piccolo Mustafà nato senza arti a causa dei gas nervini respirati dalla mamma in stato di gravidanza, ce ne vorranno molti altri.

Intanto proseguono gli esami clinici di rito, che serviranno ai medici del centro protesi di Budrio a Bologna, dove padre e figlio cominceranno una nuova vita. Ad un mese esatto dall’arrivo a Siena, Mustafà ha già ricevuto le prime cure. Alcuni giorni fa è stato sottoposto ad un piccolo intervento alle Scotte, e ieri è stato dimesso.

“Stiamo lavorando tutti a stretto contatto con i medici e l’organizzazione di accoglienza di Budrio, dove la famiglia dovrebbe arrivare nella seconda metà di marzo” – ha detto Luca Venturi presidente di Siena International Photo Awards -. La famiglia di Mustafà ha capito che è grazie a tanti donatori anonimi che la loro vita è cambiata e cambierà ancora. Dopo un mese dal loro arrivo qui, siamo pronti perché tutto sia organizzato per la presa in carico al centro protesi dove proseguiranno il loro percorso”.

Ma il percorso sarà lungo e difficile soprattutto per un bambino come Mustafà che ha imparato a muoversi con il corpo rotolando in terra, un bambino che riesce a cibarsi usando il solo dito che ha. Un bambino che sprizza gioia e vitalità da ogni poro nonostante la sua disabilità.

Chi lo ha conosciuto da vicino racconta che quel corpicino mutilato non fa impressione, non mette a disagio. Anzi. Lui riesce comunque ad essere normale e in pochi istanti chi è con lui dimentica che non ha le braccia e le gambe. Forse è questa sua forza, che esprime con gli occhi vivaci, che ha stregato tutto il mondo. In quello scatto, in cui è sollevato in alto dal babbo che si appoggia alla stampella, i loro sguardi si incontrano e sono carichi di felicità.



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