Agopuntura e depressione: nuove frontiere di trattamento all’Aou Senese

Un innovativo trattamento che integra la medicina occidentale a quella tradizionale cinese, come già avviene per le patologie oncologiche e per il dolore cronico

Di Redazione | 20 Ottobre 2022 alle 10:30

Agopuntura e depressione: nuove frontiere di trattamento all’Aou Senese

Operativo a Siena, all’Aou Senese, un protocollo sperimentale che utilizza l’agopuntura per curare la depressione in casi selezionati di pazienti. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’Anestesia e Rianimazione Perioperatoria e generale, diretta dal dottor Pasquale D’Onofrio, e la Psichiatria, all’interno del Dipartimento di Salute Mentale e organi di senso, diretti dal professor Andrea Fagiolini.

«Il protocollo – spiega il professor Fagiolini – è rivolto a pazienti che presentano sintomi depressivi ed ansia con o senza insonnia e prevede, su indicazione dello psichiatra, un ciclo di 8 sedute di agopuntura tradizionale manuale a cadenza settimanale, durante il quale viene valutato l’andamento della sintomatologia tramite la somministrazione di interviste cliniche strutturate. L’obiettivo è migliorare la sintomatologia ansioso-depressivo oltre che la qualità della vita. Il reclutamento dei pazienti è iniziato a luglio 2022 e coloro che hanno già terminato il loro ciclo di trattamento hanno espresso soddisfazione rispetto al miglioramento dei sintomi».

A farsi promotori di tale progetto sono stati il dottor Zion Levy, anestesista ed agopunturista, e il dottor Fulvio Pieraccini, psichiatra, che hanno messo a punto un innovativo trattamento che integra la medicina occidentale a quella tradizionale cinese, come già avviene per le patologie oncologiche e per il dolore cronico.

«Il ricorso a pratiche di medicina complementare ed alternativa è in aumento – spiega il dottor Levy – soprattutto tra coloro che soffrono di un disturbo psichiatrico. Secondo la medicina tradizionale cinese l’energia del corpo (Qi, pronuncia “ci”) scorre attraverso una serie di punti chiamati meridiani. Ad ogni organo interno corrisponde un meridiano sollecitabile mediante l’applicazione di pressione (es. Shiatsu), calore (es. Moxibustione) o applicazione di aghi in un punto ben preciso, con il risultato finale di armonizzare il Qi. Il meccanismo neurochimico alla base dell’agopuntura non è stato ancora pienamente chiarito, tuttavia secondo alcuni studi l’effetto di questa pratica a livello centrale si esplicherebbe attraverso la modulazione di diverse vie neurochimiche».

Tra i vantaggi dell’agopuntura figurano sicuramente il basso costo, la ridotta incidenza di effetti collaterali e la possibilità di essere applicata a pazienti normalmente non candidabili a molte terapie farmacologiche (es. donne in gravidanza, pazienti con polipatologie e farmacoterapie complesse).

«La letteratura che esplora l’applicazione dell’agopuntura nei disturbi psichiatrici – aggiunge il dottor Pieraccini – è andata via via sviluppandosi dagli anni ’60 ad oggi, riguardando soprattutto l’effetto dell’agopuntura nel trattamento di depressione, ansia, insonnia, disturbo da uso di sostanze e, in minor numero, schizofrenia e disturbi di personalità. La depressione è tra le 10 diagnosi più frequenti per cui i pazienti si rivolgono alla medicina complementare o alternativa; gli studi caso-controllo che esplorano l’effetto dell’agopuntura nel trattamento di questa patologia sono molti e in generale le evidenze sono incoraggianti nel suggerire un maggiore beneficio dell’associazione tra l’agopuntura e farmacoterapia specifica rispetto al solo trattamento farmacologico.

Alcuni studi – prosegue Pieraccini – hanno evidenziato inoltre che la durata del beneficio dell’agopuntura sembra perdurare per alcuni mesi dopo il termine dei trattamenti, e che tale impatto riguarda non solo la sintomatologia depressiva ma anche la qualità di vita dei pazienti. Anche nel trattamento dell’insonnia, primaria o secondaria ad altre condizioni, sono emerse evidenze a sostegno dell’impiego dell’agopuntura. Nella maggior parte dei casi, l’agopuntura è complementare e non alternativa alle cure tradizionali con farmaci e psicoterapia ma può essere comunque di aiuto».



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