Aumento costo mensa alunni non residenti, Benini: "Spese scuola non possono ricadere solo sul Comune di Siena"

L'assessore risponde a Valentini: "Oltre ai costi della mensa, luce, acqua, gas, manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché il problema degli spazi. Nessuna risposta da sindaci confinanti per un accordo"

Di Redazione | 26 Maggio 2022 alle 22:30

Aumento costo mensa alunni non residenti, Benini: "Spese scuola non possono ricadere solo sul Comune di Siena"

Siena, oggi, in Consiglio Comunale, Bruno Valentini ha chiesto informazioni sull’aumento del costo delle mense scolastiche per gli alunni non residenti.

Nella sua illustrazione Valentini ha ricordato che questa decisione, unilaterale, da parte dell’assessorato competente, è stata annunciata ai Comuni vicini costituendo una rottura istituzionale nelle relazioni con gli altri Enti della Provincia. Inoltre che tale costo per l’anno scolastico 2022-2023, se confermato, sarebbe maggiore di un terzo del costo massimo applicato al pasto dei bambini residenti.

Per questi motivi, ha chiesto di sapere perché non c’è stato un minimo di  confronto e concertazione con le altre Amministrazioni prima di prendere questa decisione così importante; con quale calcolo è stato stabilito a 8 euro il pasto per i non residenti, e se questa scelta non metta in discussione il principio basilare della libertà di ogni famiglia di iscrivere il proprio figlio alla scuola ritenuta più idonea.

Ritenendo che i temi sollevati siano esclusivamente di tipo strumentale e chiedendosi come mai l’Amministrazione abbia versato per decenni l’equivalente di 50.000 euro al Comune di Asciano, l’assessore all’Istruzione, ha reso noto all’Aula di aver scritto una lettera a tutti i Sindaci confinanti per sollecitarli sul tema, e trovare un accordo complessivo sul flusso degli studenti di Siena e provincia, senza ricevere risposta e dimostrando, secondo l’assessore, cattiva educazione.

Nella scuola, ha poi proseguito, oltre ai costi della mensa, esistono altre voci di spesa molto significative per il nostro Comune tra cui luce, acqua, gas, manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché il problema degli spazi, manifestatosi nel periodo covid e ancora presente. Alla luce di tutto ciò, non vede quindi quale sia il motivo per cui questi costi debbano ricadere completamente sull’Amministrazione che rappresenta questa collettività e che, rappresentandola, intende tutelarla da coloro che amano concertare quando nel farlo ci guadagnano e, molto meno, quando devono spendere.

Bruno Valentini si è dichiarato soddisfatto per la chiarezza della risposta perché si è capito che la fissazione del pasto a 8 euro (rispetto ai 6,40 euro – 6,50 di costo effettivo), che dovranno pagare i genitori dei bambini non residenti, serve per addossare loro la spesa del funzionamento generale della scuola e non per coprire il prezzo del pasto.



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