Forme per sostenere economicamente i figli dei lavoratori di Beko iscritti all’Università di Siena. È la prima proposta del rettore dell’Ateneo Roberto Di Pietra emersa durante l’incontro con una delegazione di lavoratori. A loro è stata aperta la porta del senato accademico. Lunghi applausi da parte dei docenti che hanno ascoltato le parole toccanti e la rabbia dei sindacalisti e delle Rsu, da queste parole sono emerse delle riflessioni da parte dell’Ateneo. “Possiamo mettere insieme competenze di diverse istituzioni, da parte nostra competenze di carattere giuridico, economico e finanziario in materia di diritti del lavoro e sindacali – ha spiegato il Rettore Di Pietra – . Abbiamo le competenze per fare una buona new diligence, per capire come proporsi a dei tavoli. Tutte le istituzioni potrebbero dare un contributo alla vertenza”. All’ordine del giorno una mozione per la creazione di un tavolo di lavoro per affrontare la crisi dello stabilimento Beko, per favorire il confronto tra operai, sindacati, istituzioni.
Intanto, però, fuori dall’Ateneo, di fronte allo stabilimento di Viale Toselli la protesta va avanti, con 8 ore di sciopero. Parole dure quelle dei sindacalisti dopo il tavolo ministeriale di ieri. “Francesco Michelotti ci diceva di non mentire agli operai ma la cosa più preoccupante è che stata la più alta istituzione a mentire al suo popolo – ha detto la segretaria della Fiom Cgil Siena Daniela Miniero-. Noi non abbiamo mai mentito ai lavoratori, chi ha mentito deve chiedere scusa e il suo governo ha mentito. Noi abbiamo sempre detto la verità. Durante la campagna elettorale, il ministro Urso aveva detto che potevamo stare tranquilli, perché avrebbe attivato la Golden Power. Ma ieri la sottosegretaria Bergamotto ha ammesso che Siena dovrà accontentarsi della cassa integrazione e che la Golden Power non era applicabile. Questa è una menzogna gravissima. È un fatto che merita un’interrogazione parlamentare. Chiameremo a rispondere anche il sindaco Nicoletta Fabio, deve interloquire con il suo Governo. Sembra che non ci sia alcuna comunicazione”.
“Oggi lanciamo un SOS – aggiunge Massimo Martini, Uilm Uil Siena – . Abbiamo bisogno di aiuto e di un sostegno da tutte le parti perchè ieri si è consumato un dramma. Beko ci ha scaricato e il governo idem. Molti lavoratori stanno mettendo a rischio la propria salute, vivendo con la paura di non poter portare il pane a casa. Questa è la battaglia di Siena, una città colpita dal problema della desertificazione industriale. Dobbiamo ribellarci”.
Infine per il segretario Fim Cisl Siena Giuseppe Cesarano è utile la proposta del rettore di otimizzare i tavoli, dove ognuno potrà portare un contributo. “Dobbiamo collaborare con le istituzioni e creare un tavolo unico di coordinamento, anche per una reindustrializzazione”.