Gli infortuni in agricoltura sono calati del 19% negli ultimi cinque anni passando da 2.921 a 2.361 anche grazie all’impegno, ad una maggiore consapevolezza, alle campagne di informazione e agli investimenti degli imprenditori agricoli. La strada imboccata è quella giusta, ragione per cui è necessario continuare a tenere alta l’attenzione e lavorare senza sosta sulla prevenzione. A dirlo è Coldiretti Toscana in occasione della Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro che ricorre il 28 aprile. “Quando si parla di questo tema, non basta evocare nuove tecnologie, intelligenza artificiale o dispositivi avanzati. La sicurezza è prima di tutto una questione culturale – spiega Coldiretti Toscana -. Non potrà mai esserci prevenzione reale se prima non si sviluppa, in ogni lavoratore e cittadino, una piena consapevolezza del rischio. Serve una cultura della sicurezza che parta dalla scuola, attraversi i luoghi di lavoro e coinvolga l’intera società”.
In agricoltura – spiega Coldiretti Toscana – queste criticità emergono con ancora maggiore evidenza vista l’età avanzata degli operatori, la vetustà dei macchinari (almeno 35 mila i trattori con più di venti anni in attività), la conformazione difficile dei terreni e l’autonomia gestionale degli imprenditori agricoli, che contribuiscono a innalzare il rischio di infortuni, a partire da quelli mortali. “La cronaca racconta episodi che parlano da soli: ribaltamenti su pendii, guasti meccanici, cadute da scale instabili, incidenti durante operazioni svolte in solitudine. In queste condizioni, la tecnologia può aiutare, ma non sostituire la preparazione, la formazione e l’attenzione quotidiana. Il calo degli infortuni è il risultato di una maggiore consapevolezza da parte degli agricoltori dei rischi e dei pericoli”.
Coldiretti Toscana è in prima linea con piani formativi per RSPP, corsi aziendali sull’uso sicuro dei macchinari agricoli, consulenze per la valutazione dei rischi e campagne di informazione capillare. Ma da solo non è sufficiente: “Il sistema deve fare un salto di qualità. È necessario rafforzare la collaborazione tra enti pubblici, associazioni datoriali, sindacati ed enti bilaterali. I bandi INAIL per il rinnovo dei macchinari sono importanti, ma vanno resi più accessibili. L’EBAN stanzia fondi significativi per la formazione e molte EBAT forniscono DPI e sostengono gli RLST, ma tutto questo ancora non basta.”
Tra le priorità individuate, una particolare attenzione va riservata alle imprese agricole a conduzione diretta. Serve che la formazione sia concreta, sostanziale, accessibile. Occorre costruire piani di comunicazione permanenti, non limitati alle emergenze, e rimuovere ostacoli normativi come il vincolo del de minimis – evidenzia Coldiretti Toscana – che limita l’utilizzo dei fondi interprofessionali per la formazione obbligatoria in agricoltura