Contraffazioni di vino e olio, cinque indagati nel senese

Di Redazione | 22 Luglio 2016 alle 9:43

Contraffazioni di vino e olio, cinque indagati nel senese

Giro d’affari di 150mila euro, cinque indagati

Vino venduto come Igt toscano e olio dichiarato italiano ma in realta’ entrambi contraffatti per un giro d’affari di circa 150mila euro. Sono cinque le persone di una societa’ agricola del senese a cui la procura contesta i reati di frode nell’esercizio del commercio, vendita di prodotti alimentari con segni mendaci e contraffazione di indicazioni geografiche. Le indagini, condotte dal comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Siena e coordinate dal Sostituto procuratore della Repubblica Aldo Natalini, hanno permesso di accertare che sia il vino, sia l’olio contraffatti non derivavano da produzioni agricole aziendali, ma erano stati acquistati all’ingrosso allo stato sfuso. L’azienda aveva, poi, provveduto al confezionamento dei prodotti con accattivanti etichette evocative del paesaggio toscano e alla loro commercializzazione nel mercato statunitense e nel ristorante dell’agriturismo aziendale. I ricarichi sul prodotto finito, rispetto al prezzo di acquisto, in alcuni casi potevano arrivare al 700%. Nel dettaglio la frode relativa al settore vitivinicolo attiene alla commercializzazione di una partita di quasi 10mila bottiglie di vino bianco generico varietale, proveniente da varie parti d’Italia, falsamente etichettato come “Igt” Toscano, quindi con indicazione geografica contraffatta. Le bottiglie, ancora giacenti in azienda, sono state sottoposte a sequestro probatorio. La frode accertata nel settore oleario riguarda, invece la commercializzazione di quasi mille confezioni di olio extra vergine di oliva falsamente dichiarato di origine “Italiana”, che risulterebbe essere stato prodotto mediante miscelazione con olio extra vergine di oliva ottenuto da varieta’ di olive greche. In questo caso e’ stato inizialmente disposto il sequestro probatorio di circa 350 confezioni di olio irregolari ancora giacenti in azienda; successivamente il pm Natalini ha ordinato il declassamento del prodotto dalla categoria merceologica “olio di oliva extravergine italiano” alla meno pregiata categoria “olio di oliva vergine comunitario”, disponendo la restituzione della merce all’avente diritto sotto la reale categoria di appartenenza.



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