Ecco il Masgalano per i Palii 2019 di Chiara Tambani: omaggio al volontariato

Di Redazione | 26 Giugno 2019 alle 19:28

Ecco il Masgalano per i Palii 2019 di Chiara Tambani: omaggio al volontariato

Opera offerta dall’Auser Comunale di Siena

Il Masgalano per i Palii del 2019 è un bellissimo bacile di bronzo bagnato nell’argento che sintetizza l’araldica di uno dei più antichi “xenodochio”, ospizio gratuito per pellegrini e forestieri della storia: l’antico ospedale Santa Maria della Scala.

L’opera, realizzata dall’artista senese Chiara Tambani, offerta dall’Auser comunale di Siena: l’ente con finalità assistenziali della città, è un omaggio al volontariato che, nel ripercorrere la leggenda del Beato Sorore, il fondatore dello Spedale più antico d’Europa, pur stando al mito naturalistico, parte integrante del percorso creativo dell’artista, si lega al senso più profondo dell’accoglienza e della solidarietà, capi saldi della stessa associazione e della storia di Siena.

Una fusione di tutti questi elementi, come quella a cera persa, tecnica usata per l’ambito riconoscimento, che si ritrova racchiusa nello stemma dell’antico complesso: una scala al cui apice è posta una croce, che l’artista fa germogliare.

Metamorfosi volta a trasformare il legno dell’insegna cristiana nell’albero della vita. Una pianta ricca e rigogliosa, i cui rami della chioma, nel crescere, “esplodono” e si intrecciano gli uni agli altri, segnando e percorrendo la forma concava dello stesso bacile, a formare un nido, emblema dell’accoglienza della vita.

La natura si combina così con quella che è la trama del passato di amore, pietà e misericordia di Siena, che ancora oggi vive e si nutre nelle Contrade. E proprio una rete relazionale, a simboleggiare il mutuo soccorso delle 17, fiorisce nel retro del premio che andrà alla comparsa più elegante di piazza. Come sigillo di questo tramaglio di rapporti mosso da buoni sentimenti, un cavallo. Non più solo e semplicemente stereotipo del Palio e simbolo della corsa, ma anche essere vivente amato, rispettato, accolto e curato dalla città stessa. A dimostrazione che la solidarietà e il senso di accoglienza non hanno confini, non solo spazio temporali, ma anche di appartenenza.

L’insegnamento del povero ciabattino di nome Sorore che, alla fine del IX secolo, rifocillava e riassettava le scarpe ai pellegrini di passaggio, perché mosso da amore e carità, resta elemento fondante dell’anima della Siena di oggi e paradigma per il mondo.



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