Fallimento Mens Sana 1871: stralcio inchiesta, rinviati a giudizio Massimo e Filippo Macchi

Ad aprile di fronte al giudice solo per alcuni dei reati contestati, appropriazione indebita e truffa. In chiusura le indagini legate al filone principale della bancarotta fraudolenta e del falso in bilancio

Di Redazione | 5 Gennaio 2022 alle 8:30

Fallimento Mens Sana 1871: stralcio inchiesta, rinviati a giudizio Massimo e Filippo Macchi

Compariranno di fronte al giudice ad aprile Massimo e Filippo Macchi, i due imprenditori un tempo amministratori di fatto e di diritto della Mens Sana 1871, la società cestistica nata dalle ceneri della gloriosa Mens Sana Basket e infine fallita dopo essere stata esclusa dal campionato di A2 al termine della stagione 2018-2019.

I due impresari aretini sono stati oggetto di una lunga indagine – coordinata da Procura di Siena e Guardia di Finanza e scattata nel 2019 a seguito dell’esclusione coatta dal campionato – venendo colpiti nel luglio 2021 da misure cautelari di tipo interdittivo per un anno, con accuse a vario titolo che spaziavano dal falso in bilancio, al ricorso abusivo al credito la bancarotta fraudolenta fino all’appropriazione indebita e alla truffa. Secondo i magistrati, le indagini condotte hanno consentito di delineare alcune condotte fraudolente e distrattive che avrebbero concorso a provocare il grave dissesto della società di basket, definite dal gip Jacopo Rocchi, che ha disposto l’applicazione dei provvedimenti cautelari, come “predatorie ed aggressive”.

Nei giorni scorsi, gli inquirenti hanno stralciato un pezzo dell’inchiesta chiedendo il rinvio a giudizio di Macchi padre e figlio per i reati di appropriazione indebita e truffa, con il processo che si aprirà ad aprile, mentre per le altre ben più pesanti ed articolate contestazioni legate alla bancarotta, il falso in bilancio e il ricorso abusivo al credito, sono attese novità per il mese di gennaio, ma sarebbe attesa anche in questo caso la richiesta di rinvio a giudizio. Secondo i legali dei due, le prime accuse di cui dovranno rispondere gli ex vertici biancoverdi sono minoritarie (si parla dell’appropriazione di due macchine aziendali e il mancato pagamento di una fattura di riparazione), si confida dunque nella possibilità di chiarirle in fase processuale.

C.C



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