Il governo ha dato mandato all’avvocatura dello Stato di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge della Regione Toscana sul fine vita approvata dal Consiglio l’11 febbraio scorso. Secondo il governo la legge toscana va impugnata «in quanto, nella sua interezza, esula in via assoluta dalle competenze regionali e lede le competenze esclusive dello Stato». Una presa di posizione che l’esecutivo regionale ha definito paradossale e proprio il vicepresidente del consiglio regionale Stefano Scaramelli invita il Governo a prendere esempio dalla Toscana.
“Noi siamo convinti, come Consiglio regionale della Toscana, di aver fatto una legge giusta, corretta e anche doverosa, abbiamo regolamentato la metodologia dell’esercizio di un diritto che già esiste – sottolinea Scaramelli -. E’ evidente che la presa di posizione da parte del Governo è una presa di posizione di carattere prettamente politico. Io vorrei in questo momento tenere fuori la politica, stare nel merito della legge e soprattutto nel merito dei bisogni che tanti cittadini che soffrono e sono sulla loro fine, della loro vita, che hanno difficoltà a proseguire dove la sofferenza diventa oggettivamente insostenibile e non riescono più a portare avanti la loro esistenza. Ovviamente erano aspettative di legge importanti. La Toscana è stata la prima regione in Italia a legiferare. Io credo che il Governo più che impugnare la legge della Regione Toscana avrebbe dovuto proporre al Parlamento di legiferare una legge, anche per uniformare a livello nazionale l’esercizio di questo che è un diritto universale e sancito anche per atto della Corte costituzionale”.