Genitori e coppia ai tempi del “io resto a casa”: si salvi chi può! I consigli della psicologa

La dottoressa Lorenzini, psicoterapeuta sistemico relazionale e senese doc, suggerisce: “ritagliatevi uno spazio per voi. Litigare si può ma...”

Di Redazione | 4 Aprile 2020 alle 13:57

Genitori e coppia ai tempi del “io resto a casa”: si salvi chi può! I consigli della psicologa

“Si salvi chi può” è un film del 1967 diretto da Robert Dhéry. Si salvi chi può è anche un gioco da tavolo in cui ogni giocatore rappresenta un naufrago che, a bordo di una scialuppa di salvataggio, tenta di sopravvivere.

Il paragone è presto fatto. Moltissime famiglie stanno affrontando la situazione di novelli naufraghi nel mare dell’emergenza. Le scialuppe sono le nostre casa, le mura domestiche. I compagni di “sventura” moglie o marito.

Convivenza forzata 24 su 24: essere genitori e coppia non è mai stato, forse, così difficile. La dottoressa dottoressa Lorenzini, psicoterapeuta sistemico relazionale non ha dubbi: “gli effetti di questo evento sulle coppie e  sulle famiglie si vedranno a lungo termine, ma, analizzando le difficoltà portate dalle coppie che seguo, credo che ci siano alcuni motivi principali che portano le persone  a discuterete: primo tra tutti la gestione quotidiana dei figli”. Poi la professionista precisa: “normalmente ogni  genitore ha dei tempi che dedica al figlio e dei ruoli stabiliti: in queste settimane, tutto è saltato e tutti cercano di dedicarsi a tutto, creando a volte dei dissapori”.

Ed ecco il naufragio: “Se fra mamma e babbo non c’è consuetudine nella gestione quotidiana dei figli ovvero non sono molto bravi a fare squadra e far apparire le scelte come una decisione a due ma realizzata solo da uno, i giorni di quarantena potranno diventare molto complicati”.

Poi la dottoressa si sofferma su quello che risulta davvero un buon consiglio: “un altro aspetto è la giusta distanza dall’altro. In pratica, dopo aver fatto i compiti, mangiato insieme e fatto tutto insieme, il papà e la mamma dovrebbero riuscire a prendersi (facendo i turni con i figli se sono piccoli) un tempo per loro dove poter leggere un libro, ascoltare una canzone, fare il bagno da soli o qualsiasi cosa che fa piacere e che non sia collegato, per forza, ad un altro componente della famiglia”.

La ricetta è giusta:“Solo in questo modo si recupereranno le forze e la calma se si è stressati e  questo è importante soprattutto per quelle coppie che non sono riuscite, negli anni, a crearsi degli spazi individuali e di coppia e nei quali si rischia appunto un eccesso di vicinanza che può portare ad un cortocircuito”.

Non vi preoccupate però, potrete anche litigare. Anzi, a volte, questo vorrà dire che siete sulla strada corretta.  “Se sono discussioni sulla coppia e non per i figli  sono molto utili. Se si trascura questo compito di comunicazione, vuol dire che la famiglia si incontra solo sui figli e non sulla coppia”.

Dunque le istruzioni per l’uso: “Collaborare insieme e dividersi in modo più funzionale i compiti, ascoltarsi, parlarsi stando sintonizzati più sui reciproci sentimenti e timori che sulle faccende domestiche il tutto per far si che di questa emergenza resti il  ricordo  di un’occasione di crescita piuttosto che memoria di un incubo”.

Giuseppe Saponaro

tonio.saponaro@virgilio.it



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