Invasi con sbarramenti mobili tra Sovicille e Castelnuovo per raccogliere acqua su Merse a Arbia

I progetti del Consorzio Bonifica 6 Toscana per contrastare la siccità e irrigare i vigneti: c'è l'intenzione anche di recuperare la diga di San Piero in colle a Radicofani, costruita negli anni ottanta e poi abbandonata, atteso incontro a giorni in Ministero

Di Redazione | 12 Luglio 2022 alle 22:00

Sbarramenti mobili per le zone di Sovicille e di Castelnuovo Beradenga per creare bacini di raccolta acque sulla Merse e l’Arbia, questi i progetti del Consorzio di Bonifica sei toscana, per l’irrigazione delle vigne e non solo.

“Si possono considerare impianti gemelli per avere acqua a sufficienza- spiega a Siena Tv il presidente del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Fabio Bellacchi – basati sull’acqua presente in fiumi tranquilli dal profilo idraulico, con sbarramenti che si gonfiano e si sgonfiano. D’inverno saranno sgonfiati, d’estate a secondo dell’altezza possono essere alzati. Se succedesse qualcosa di particolare, o da telefono o in automatico, si abbattono in maniera repentina”.

Per realizzarli però serviranno forse due anni. “Ci vorrebbe un procedimento straordinario per essere autorizzati per poter partire quanto prima, attingono ai finanziamenti Pnrr” sottolinea Bellacchi.

L’altro punto all’ordine del giorno su cui il presidente Bellacchi si batte da tempo è il recupero della diga di San Piero in colle a Radicofani, costruita negli anni ottanta e poi abbandonata. “Quello che c’è da fare è il corpo diga di un chilometro, potrebbe nascere un lago dai 48 ai 50 milioni di metri cubi, ne abbiamo parlato con l’assessore Saccardi e il sottosegretario Battistoni, speriamo di fare entro 10 giorni una riunione al ministero”.



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