L'albero di Natale 'vero', cosa fare per mantenerlo dopo le feste

L'abete naturale quest'anno è stato preferito dal 54% dei toscani. Il 'vademecum' di Coldiretti per conservarlo

Di Redazione | 7 Gennaio 2024 alle 9:00

L'albero di Natale 'vero', cosa fare per mantenerlo dopo le feste

L’Epifania insieme alle feste si porta via anche all’albero di Natale. Nell’anno del sorpasso dell’abete naturale su quello di plastica, preferito dal 54% dei toscani, Coldiretti Toscana ha elaborato un vero e proprio vademecum su come gestire al meglio l’albero che con qualche accortezza ed un po’ di cura potrà accompagnarci anche il prossimo anno, mantenendo intatta la sua bellezza. Con 3 milioni di esemplari coltivati tra Casentino, Valtiberina e Pistoia, la Toscana è la capitale nazionale dell’abete. La scelta dell’albero naturale non è solo legata alla tradizione, romantica e profumata, ma è anche etica ed ambientale. Gli alberi veri sono biodegradabili, e possono essere bruciati o trasformati in compost mentre le “versioni” artificiali possono impiegare anche fino a 200 anni per degradarsi.

Se l’abete è stato mantenuto in buone condizioni e si presenta integro, senza perdita degli aghi, si può conservare in vaso, sul balcone o in cortile, oppure ripiantare in giardino. Durante il periodo estivo l’albero va tenuto in una zona ombreggiata, in quanto, i raggi diretti del sole nei mesi più caldi, determinano condizioni non ideali. Trattandosi di specie (Picea o Abies) originarie del centro nord Europa e tipiche delle zone montane, le annaffiature devono essere costanti: una volta a settimana nel periodo invernale e due nel periodo primaverile o anche di più, durante il periodo estivo, quando l’evaporazione è molto elevata. La linea guida consiste nel verificare lo stato di idratazione del vaso: è necessario evitare che si asciughi completamente. Se a fine stagione si notassero degli accrescimenti potrete provvedere a rinvasare l’albero prima del suo riutilizzo.

Per il trapianto in giardino è consigliabile scegliere una zona fresca ma libera da altre piante di alto fusto per consentire all’abete di raggiungere anche l’altezza di 8/10 metri. All’atto dell’impianto fate una buca adeguata in cui possa trovare spazio buona terra fine, sabbia e compost in parti uguali, in modo da far ripartire il prima possibile l’attività radicale. Annaffiate subito l’albero mentre per i turni ordinari di annaffiatura procedete come sopra. Sia nel caso della detenzione in giardino che per quella in vaso è opportuno provvedere ad una concimazione con prodotti organici granulari o fluidi a pronto effetto. In alternativa, nel caso vi sia un servizio offerto, possiamo riportarlo al garden o al negozio o direttamente all’azienda agricola oppure donarlo ai centri di raccolta indicati dai vivaisti, dai Comuni, dal Corpo forestale dello Stato o in alcuni mercati di Campagna Amica.

Gli esemplari non idonei, che hanno perso gli aghi e presentano rami ingialliti, potranno essere smaltiti in una compostiera ricordando che affinché si produca il prezioso ammendante è necessario mettere parti vegetali con poca cellulosa (foglie, scarti di ortaggi, erba) e parti legnose che siano il più possibile sfibrate (spezzate, ridotte il spessore e dimensioni). Se non abbiamo spazio o materiali per realizzare il compost portiamo l’albero alla frazione organica della raccolta differenziata.

Per informazioni www.toscana.coldiretti.it, pagina ufficiale Facebook @coldiretti.oscana, Instagram @Coldiretti_Toscana, Twitter @coldirettitosca, canale ufficiale YouTube “Coldiretti Toscana” e canale Telegram “coldirettitoscana”



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