Mandria selvaggia semina il panico, interrogazione in Regione. Gli agricoltori: "Abbiamo smesso di lavorare"

Incontro pubblico al Circolo Arci di Torre a Castello (Asciano). Interrogazione in Regione di Casucci (Lega). Un'azienda stima danni da 45mila euro

Di Redazione | 21 Febbraio 2022 alle 22:03

Mandria selvaggia semina il panico, interrogazione in Regione. Gli agricoltori: "Abbiamo smesso di lavorare"

Serve un’azione concreta per fermare la mandria selvaggia che sta rendendo la vita impossibile agli agricoltori e abitanti della zona di Torre a Castello (Asciano). Lo chiedono gli imprenditori e i cittadini, dopo anni di devastazione da parte di un gran numero di bovini allo stato brado che ormai vagano sfuggiti al controllo dei proprietari, causando immani danni alle coltivazioni, ma anche incidenti stradali e ferroviari. La annosa faccenda, affrontata stasera nel corso di un incontro pubblico al Circolo Arci di Torre a Castello,  è sbarcata in Regione grazie all’interessamento del consigliere della Lega Marco Casucci, che ha presentato un’interrogazione alla Giunta. In precedenza si era formato un comitato di agricoltori e cittadini, uniti per chiedere risposte definitive alla criticità.

“Appena abbiamo avuto contezza di questo fenomeno abbiamo chiesto alla Regione e alla giunta se conosce la vicenda e cosa intende fare, attraverso le Asl e le autorità locali, rispetto a una situazione che non può andare avanti e che a lungo produce danni a cose e persone, abbiamo saputo di episodi incresciosi – afferma Casucci – in altre parti d’Italia, nel savonese, in Sardegna e nel salernitano, sono state adottate ordinanza di abbattimento. A noi interessa l’incolumità pubblica e i beni degli abitanti del posto, siamo dalla loro parte”. All’incontro erano inoltre presenti il commissario provinciale Lega Paolo Salvini, il comitato di agricoltori e la consigliera comunale di Asciano Elisabetta Ravaglia.

“Parliamo di un branco di animali selvatici – aggiunge Rosanna Zari, dottore agronomo del dipartimento agricoltura Lega – ho stimato danni per un’azienda, tra il 2019-2020, di circa 45mila euro, e per un’altra 20mila euro. Se pensiamo che ad Asciano l’agricoltura è l’attività principale i danni sono ingenti, e vanno risarciti. I bovini allo stato brado vengono catturati in tutto il mondo, sembrano animali in ottima salute, si chiede che la pubblica amministrazione si sostituisca al privato cittadino mettendo in sicurezza gli imprenditori e i residenti”.

“La situazione si protrae da anni – racconta un cittadino della zona di Torre a Castello, Fabrizio Chiantini – gli animali pascolano abusivamente e distruggono tutto. Abbiamo smesso di coltivare e di raccogliere l’uva. Abbiamo difficoltà a lavorare, quest’anno ho raccolto solo un po’ di olio”.



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