Mps, chiuso il cda: comunicazioni solo domani, ma si va verso aiuto di Stato

Di Redazione | 21 Dicembre 2016 alle 20:07

Mps, chiuso il cda: comunicazioni solo domani, ma si va verso aiuto di Stato

Mps: terminato cda, domani nuova seduta a Milano

E’ terminato dopo circa due ore il Cda di Banca Mps che ha preso in esame la conversione dei bond in azioni. “La prima parte e’ andata bene”, ha risposto un consigliere ai giornalisti che gli chiedevano come fosse andata. Il board di Mps ha effettuato l’analisi della conversione dei bond, operazione che si è chiusa oggi. Di fatto pare sia cominciato il conto alla rovescia per l’ingresso dello Stato nel capitale di Banca Monte dei paschi. La seconda tranche di conversione delle obbligazioni subordinate, ha raccolto 1 miliardo, a fronte di una previsione di 1,5 miliardi. Cosi’ l’operazione di mercato appare ormai giunta al capolinea: secondo fonti a conoscenza del dossier, infatti, non ci sarebbero grandi investitori disponibili a intervenire. Domani probabile nuovo cda a Milano e sempre domani, l’istituto comunichera’ il bilancio definitivo relativo al piano di ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro e prendera’ le conseguenti decisioni.

Il Fondo del Quatar, come previsto, si e’ ritirato visto il risultato del referendum e l’incertezza politica. A questo punto si sono ritirati anche i fondi americani (come quello di George Soros), che avevano dato un’adesione di massima. Nella giornata di ieri le adesioni avevano toccato i 300-350 milioni, portando a 500 milioni il totale raccolto dall’avvio dell’operazione. Le attese erano per un quota aggiuntiva di circa 300 milioni.

Nel complesso, dunque, dalla conversione dei bond subordinati in mano pubblico retail la banca potrebbe ottenere una cifra fra 800 milioni e 1 miliardo: somma che, insieme al miliardo gia’ raccolto presso gli istituzionali, porterebbe a 1,8 miliardi o massimo 2, la fetta di aumento al sicuro. La cifra non e’ sufficiente al successo dell’aumento di capitale con fondi privati. L’uscita di scena del fondo del Qatar, ha fatto venire meno l’investitore pivot che avrebbe dovuto mettere sul piatto fino a un miliardo. E senza Doha, anche altri investitori di peso hanno gettato la spugna. Ieri fonti finanziarie vicine alle banche d’affari mettevano in luce come non ci “fosse interesse del mercato” attorno all’operazione.

Le ipotesi. Azioni in cambio del valore perso nella conversione forzosa dei bond subordinati. E’ una delle ipotesi allo studio in queste ore, come riferiscono fonti finanziarie e di governo, in caso di intervento dello Stato in Mps che punta a tutelare i risparmiatori e che potrebbe prevedere anche un meccanismo complesso in piu’ fasi per evitare che la salvaguardia venga vanificata dalla volatilita’ dei mercati. L’intervento pubblico comporta infatti, secondo le regole Ue, il burden sharing, cioe’ la condivisione del rischio e quindi una perdita, da parte degli obbligazionisti, evitando pero’ il ben piu’ gravoso bail in. Si tratterebbe, si osserva, di un ristoro piu’ generoso rispetto a quello dei risparmiatori delle 4 banche, che sono pero’ in risoluzione. Nel caso di Mps si tratterebbe invece di un intervento precauzionale su una banca solvibile. Ci sarebbe cosi’ una ‘presunzione’ di vendita scorretta sui bond di Siena, avvenuta in blocco nel 2008, che comporterebbe quindi un trattamento, anche presso le autorita’ Ue, piu’ ‘morbido’ e ‘diretto’, senza ricorso a meccanismi di vaglio delle singole posizioni come l’arbitrato.

 



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