Nel mese di aprile, autorizzate 2.8 milioni di ore di cassa integrazione in provincia di Siena

La camera di commercio di Siena ed Arezzo scatta la fotografia della crisi: tutti i numeri

Di Redazione | 25 Maggio 2020 alle 16:20

Nel mese di aprile, autorizzate 2.8 milioni di ore di cassa integrazione in provincia di Siena

I dati della Cassa Integrazione di aprile in provincia di Siena: la camera di Commercio di Siena e Arezzo scatta una prima fotografia delle conseguenze occupazionali della crisi.

“I dati pubblicati dall’INPS delle ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate in provincia di Siena forniscono una prima fotografia dell’impatto sul lavoro dell’emergenza Covid-19: – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Siena Massimo Guasconi. Nel solo mese di aprile le ore autorizzate sono state oltre 2,8 milioni, circa 4 volte il valore dello stesso mese del 2019. Una crescita evidente ma comunque ben al di sotto di quella nazionale caratterizzata da un incremento di circa 30 volte. L’andamento del mese di aprile condiziona chiaramente anche i valori cumulati dei primi quattro mesi del 2020: le ore di CIG autorizzate superano i 3 milioni, con una crescita del 250,3% rispetto al corrispondente periodo del 2019. Sono dati molto preoccupanti anche perché ancora incompleti degli interventi dei Fondi di Solidarietà e delle istruttorie per la CIG in deroga completate dalla Regione ma ancora non autorizzate o autorizzate ma ancora non computate dall’Inps. Una situazione che era in parte prevista ma che necessita egualmente di un attento e continuo monitoraggio nonché di interventi specifici per evitare conseguenze durature sui livelli occupazionali e quindi sul tessuto imprenditoriale senese. E’ importante che i segnali incoraggianti che sembrano registrarsi nelle prime settimane della Fase 2 producano una repentina inversione di tendenza nella crescita esponenziale del volume degli ammortizzatori sociali per non compromettere le prospettive di ripresa per il terzo e quarto trimestre dell’anno previste anche dalle organizzazioni internazionali economiche, a iniziare dal Fondo Monetario Internazionale”.

La maggior parte delle concessioni ha riguardato l’industria (61,3% del totale) e il comparto dell’edilizia (21,7%). Minori gli interventi per gli altri settori: commercio 4,7%, trasporti 4,7%, alberghi e ristoranti 2,7%, attività immobiliari, noleggio, informatica, servizi alle imprese 1,9%, altri servizi 1,2%.

Rispetto al 2019, i settori in cui il livello di intervento è aumentato in maniera più importante sono il comparto delle costruzioni (+10674%), il commercio (+345,6%) e il manifatturiero (+164,6%). Nei servizi l’aumento è di rilievo anche se non calcolabile in termini percentuali in quanto nel 2019 non c’era stato alcun intervento di sostegno (0 ore autorizzate).

Nel manifatturiero gli interventi più rilevanti sono quelli concessi alle aziende produttrici di macchine ed apparecchi meccanici 14%, a quelle della lavorazione prodotti in metallo 8,8%, al comparto della fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 8,7%, alla fabbricazione di mobili e altre industrie manifatturiere 8% e alla pelletteria-calzature 5,6%.

Le due tipologie di intervento utilizzate nel mese di aprile sono la Cassa Integrazione Ordinaria (che per l’emergenza Covid 19 è concessa anche in sostituzione di quella straordinaria) e quella in Deroga: la prima rappresenta la quasi totalità delle concessioni (93,5% del totale) e cresce del 5728% rispetto al 2019. La gestione in Deroga rappresenta il restante 6,5% e passa dall’assenza di interventi del 2019 a 182mila ore nel 2020.

NOTA:

I dati presentati, pubblicati recentemente dall’INPS, sono gli unici al momento disponibili al livello provinciale per un primo esame dell’intensità della crisi occupazionale e del livello di intervento pubblico di sostegno. Va precisato però che potrebbero in parte sottostimare la reale portata dell’intervento complessivo almeno per un paio di fattori: sia perché i dati non comprendono gli interventi messi in campo tramite i Fondi di solidarietà e sia perché, come precisato dall’INPS, una parte delle domande presentate potrebbe ancora trovarsi nella fase istruttoria.



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