Pd Siena: "Piano operativo occasione persa di cambiamento, manca competenza politica"

“Netta contrarietà, ma critica costruttiva, anche con un’osservazione allo strumento urbanistico. Dopo questo piano operativo il futuro è nel piano strutturale"

Di Redazione | 25 Novembre 2021 alle 19:19

Pd Siena: "Piano operativo occasione persa di cambiamento, manca competenza politica"

“Dopo quasi un anno dall’adozione, il Consiglio comunale approva questo Piano Operativo, senza aver discusso ancora definitivamente il Piano per la Mobilità sostenibile, le cui osservazioni vengono oggi portate in consiglio con una forzatura inaccettabile; mentre si sa bene tutti che le scelte urbanistiche dovrebbero non precedere, ma accompagnare e seguire le dinamiche del traffico e della vita dei cittadini. Un procedimento in affanno, tant’è che il parere del Genio civile è arrivato all’ultimo e la commissione Assetto del territorio si è espressa per la procedibilità solo prima dell’inizio del Consiglio comunale”.

Così il Gruppo consiliare del Partito Democratico sul Piano Operativo del Comune di Siena. La nota

“La maggioranza ci ricorda sovente che l’importante è fare: ma fare cosa e come?. Siamo di fronte ad una variante urbanistica proclamata come Piano, non ancora operativo, che prevede solo medio-grandi strutture di vendita e distribuzione, mettendo in fibrillazione il sistema della rete delle piccole attività; e il dimensionamento della nuova residenza ha superato di gran lunga il riuso e la rigenerazione, senza misure concrete per attrarre e mantenere nuova popolazione, senza risposte ai nuovi tempi e bisogni della Città, senza una strategia della crescita”.

“Questo Piano Operativo ha lasciato in un angolo tanto il ruolo che il contributo attivo del consiglio comunale nella sua interezza, oltre a quello della partecipazione dei cittadini e delle loro organizzazioni, delle Associazioni, degli Ordini, delle Categorie e dei Comuni limitrofi. Così, il Consiglio comunale va ad assumere la delibera finale sul Piano Operativo senza una presentazione finale alla nostra Città”. “La nostra netta contrarietà a questo atto è stata però sempre supportata da una nostra critica costruttiva, con proposte concrete per la Città, espresse anche con un’osservazione allo strumento urbanistico”.

“Così, questo Piano nasce vecchio e fuori contesto. Il Piano operativo è stata un’occasione persa di cambiamento, verso una città adeguata ai tempi, dovuta alla mancanza di competenza politica”.

“Pandemia e fragilità dell’ecosistema hanno inserito un tema nella discussione urbanistica e della mobilità: quello del distanziamento, la ricerca di una ‘densità accettabile’. La pandemia sanitaria e finanziaria ha fatto emergere il negativo delle concentrazioni e ha aperto finalmente ad una riconsiderazione del decentramento, della diversificazione e del policentrismo; ha fatto riapprezzare lo spazio e il territorio e le relazioni di vicinato, determinanti di salute. In questo modo si è evoluto il concetto di sostenibilità in economia circolare ed è cresciuto il valore della cultura e della ricerca e produzione hitech. Sono cambiati il lavoro e lo studio con l’applicazione della tecnologia. Crisi degli affitti, più lavoro a casa e meno ufficio, la ricerca di una densità sostenibile richiedono adesso una strategia dei grandi edifici e contenitori della nostra Città e di una evoluzione della organizzazione delle sue funzioni sul territorio, che immagini un coordinamento con i Comuni vicini per una Siena più grande, che non significa mortificare le municipalità, ma valorizzare gli obbiettivi comuni di governo (raddoppio della ferrovia Firenze-Siena e ultimazione della Cassia, miglioramento dell’Ospedale e della medicina sul territorio, distretto delle Scienze della vita e distretto culturale e della Green Economy), per una maggiore compattezza urbana e politica di Siena in questa parte della Toscana e in Regione”.

“E’ su queste nuove variabili che vanno ricostruiti i tempi, gli obbiettivi e l’organizzazione della Città: una riflessione che non si è voluto sviluppare nella fase tra l’adozione e l’approvazione di questo Piano Operativo e che ora va rinviata al nuovo Piano Strutturale, che diventa la vera urgenza di Siena e, dopo questo piano operativo, anche una speranza”.



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