Lo stato di degrado della piscina di piazza Amendola a Siena ed eventuali interventi di riqualificazione dell’area sono stati oggetto, durante il Consiglio comunale di martedì 29 aprile, di un’interrogazione da parte della consigliera Giulia Mazzarelli del gruppo Partito Democratico. A rispondere è stato l’assessore all’edilizia sportiva, Lorenzo Loré.
“È del 3 aprile scorso – ha dichiarato Loré – la conferenza stampa con cui l’amministrazione ha confermato l’interesse di restituire alla città il secondo impianto natatorio, chiuso dall’8 marzo 2020 e dichiarato inagibile a ottobre 2024. Da allora abbiamo lavorato per creare le giuste condizioni amministrative che consentano di dar vita a un progetto di completa riqualificazione della struttura. Siena ha certamente bisogno di un secondo impianto natatorio, così da diversificare l’offerta sportiva e distribuire meglio gli spazi acqua tra cittadini, associazioni e attività agonistiche. Allo stato attuale è stata affidata la progettazione di fattibilità tecnico-economica della nuova struttura. L’importo complessivo dell’intervento è stimato, ad oggi, in circa tre milioni e mezzo milioni di euro, come riportato nel piano triennale delle opere pubbliche. Una cifra che sarà verosimilmente rivista al rialzo e che verrà reperita attraverso risorse proprie dell’ente, finanziamenti e mutui”.
“Confermo la volontà dell’amministrazione – ha proseguito l’assessore – di dare avvio, una volta conclusa la fase progettuale, a un percorso di condivisione con i fruitori dell’area, gli enti competenti e l’attuale gestore dell’impianto Uisp, già informato degli intendimenti del Comune, ferma restando la necessità di procedere in tempi brevi”.
Gli interventi previsti, come ha sottolineato Loré, “non si limiteranno alla sola piscina, ma riguarderanno l’intera area, in un’ottica di riqualificazione complessiva che migliori il decoro urbano e favorisca una più ampia fruizione da parte della popolazione. Contestualmente, il competente ufficio Aree verdi ha già provveduto a redigere ed inviare apposita pratica per l’abbattimento dei pini marittimi che insistono nell’area dei marciapiedi e per la loro sostituzione con altre piante non invasive, al fine di poter poi procedere alla sistemazione una volta per tutte degli stessi”.
La consigliera Giulia Mazzarelli (gruppo Partito Democratico) si è dichiarata “Parzialmente soddisfatta della risposta. Le notizie sulla stampa hanno preceduto la discussione di questa interrogazione. Immagino che in questo senso abbiate sentito il peso del ritardo, la pressione di comunicare alla città qualcosa di più concreto, visto che la piscina è chiusa dal 2020. Lo stato di abbandono e di degrado negli ultimi due anni è peggiorato; lo scorso anno c’è stata anche un’importante raccolta di firme, un segnale che il disagio delle persone che abitano in questa zona è forte e un segnale che c’è una richiesta di maggiore partecipazione e trasparenza nei confronti della cittadinanza. Il documento di cui lei parla e che è stato presentato alla stampa, l’atto di indirizzo, è di fatto ancora un annuncio, che anche se messo per iscritto non cambia nulla rispetto alle dichiarazioni di ottobre scorso. Non c’è ancora un progetto di fattibilità tecnico-economica a oggi. Riconosco, comunque, che si tratti di un passo in avanti. Inoltre, in assenza di qualsiasi volontà da parte di questa amministrazione di includere, nonostante le numerose sollecitazioni, i cittadini o chiunque sia interessato nella pianificazione del Piano strutturale, stiamo forse perdendo un’ulteriore occasione per valutare se possa essere questa la giusta collocazione della piscina, visto che anche l’altra, quella dell’Acquacalda, è nella zona Nord della città. Infine, mi chiedo anche quale sia il piano per migliorare il degrado dell’area da qui alla fine del mandato, momento individuato come termine per l’eventuale consegna del nuovo impianto. Vorrei sapere quali sono le azioni intermedie che si possono mettere in atto per migliorare la sicurezza dell’area”.