Ranza, 5 agenti di polizia penitenziaria a processo per tortura: è la prima volta in Italia

Cinque agenti accusati del pestaggio di un detenuto tunisino saranno processati al tribunale di Siena: è la prima volta in Italia che si contesta il reato di tortura

Di Redazione | 26 Novembre 2020 alle 13:17

Al tribunale di Siena si celebrerà il primo processo in Italia dove si contesta a degli appartenenti alle forze dell’ordine il reato di tortura. Lo apprende da fonti giudiziarie Radio Siena Tv.

Il gup del tribunale di Siena, Roberta Malavasi, nella giornata di oggi, al termine di una maxi udienza preliminare, ha rinviato a giudizio 5 agenti di Polizia Penitenziaria del carcere di Ranza (tre ispettori e due assistenti),  a San Gimignano, accusati di aver massacrato di calci e botte un detenuto tunisino durante un trasferimento di cella, l’11 ottobre 2018.

Le contestazioni erano di lesioni aggravate, minaccia, falso ideologico e come detto, per la prima volta in Italia, tortura. A condurre l’inchiesta, su quello che viene reputato un pestaggio particolarmente cruento che per l’accusa avrebbe provocato sofferenze acute e un “trattamento inumano e degradante”, è stata la pm Valentina Magnini della Procura di Siena. Il prosieguo della vicenda processuale si svolgerà in fase dibattimentale, di fronte al collegio presieduto dal giudice Luciano Costantini, inizio previsto a maggio. Nel procedimento sono state ammesse anche sette parti civili, legate a varie associazioni a tutela dei diritti e delle garanzie dei detenuti.

Ci sono altri 10 agenti sotto indagine per i medesimi fatti, le loro posizioni saranno valutate più avanti.



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