“Sono entrato e ho detto ‘wow, una scuola fantastica’. Dalla primavera c’è stato poi un cambio di governance e si è andata creando una situazione che all’inizio ha destato preoccupazione in una metà degli studenti, ma con il corso del tempo tutti si sono convinti che qualcosa non andasse bene”.
Così inizia il racconto di Giuseppe Vitale, uno studente del Siena Jazz, che lamenta un’aria irrespirabile all’interno dell’accademia musicale dopo che alcune nubi di incertezza legate ai conti economici, ai corsi in dubbio e alla precarietà dei docenti, hanno cominciato ad offuscare l’orizzonte. Gli stessi motivi che hanno portato i sindacati, soltanto pochi giorni fa, a proclamare lo stato di agitazione dei dipendenti. Nei loro confronti la consulta degli studenti ha espresso a mezzo stampa solidarietà e vicinanza.
“Ora siamo ufficialmente arrabbiati, scontenti, frustrati – prosegue lo studente -. Siamo arrivati ad una condizione di esasperazione che a giugno si era percepita ma che oggi ci ha portato a non sapere neppure se le lezioni inizieranno. Nonostante le rassicurazioni della governance noi non sappiamo i nomi, non ci sono contratti firmati, degli insegnanti del biennio e del triennio mi hanno chiamato chiedendomi se io sapevo qualcosa. Un situazione a tratti grottesca e divertente per un qualcosa che divertente non dovrebbe essere”.
Raggiunto telefonicamente il presidente del Siena Jazz Vito Di Cioccio ha preferito non rilasciare dichiarazioni in questa fase delicata demandando ogni valutazione all’illustrazione per il piano di risanamento e rilancio dell’accademia che proprio i vertici hanno tenuto il 13 settembre evidenziando le strategie per il ripianamento entro il 2027 di un debito di oltre un milione e 200mila euro accumulato da oltre 10 anni.
Cristian Lamorte
