Speronata e uccisa dal fratello perché ha una relazione lgbt, il commento di Agedo sui fatti di Napoli

L'associazione di genitori e amici delle persone lgbtqi+. "Ignoranza, transfobia, odio, hanno ormai preso un sopravvento preoccupante e doloroso"

Di Redazione | 14 Settembre 2020 alle 19:31

Speronata e uccisa dal fratello perché ha una relazione lgbt, il commento di Agedo sui fatti di Napoli

Speronata dal fratello perché ha una relazione lgbt, cade da scooter e muore. Il grave fatto di Napoli viene così commentato Agedo, associazione di genitori e amici delle persone lgbtqi+.

“Oggi – afferma il presidente pro-tempore e rappresentante legale Fiorenzo Gimelli – è avvenuta una tragedia che possiamo dire annunciata; una giovane ragazza Maria Paola Gaglione di 22 anni, in moto con il suo fidanzato, Ciro, un giovane transgender F>M, è stata uccisa dal fratello di 25 anni che ha speronato la moto su cui viaggiavano mandandola fuori strada. Nell’urto è stata sbalzata e ha picchiato violentemente con il capo. Questo perché è “infetta e ” perciò occorre darle “una lezione”. In questo omicidio compiuto all’interno della famiglia si mescolano diverse componenti su un substrato culturale patriarcale dominato da stereotipi ben precisi ed inviolabili che non prevedono la libertà di un individuo, in questo caso di una giovane donna, di poter liberamente vivere la propria affettività e in secondo luogo, un maschio della famiglia si è arrogato il diritto di “difendere l’onore” del gruppo arrivando ad uccidere la sorella. Come si vede questi atteggiamenti non sono esclusivi di “altre” culture come ci piace pensare”.

“Spero che tutti si rendano conto della gravità di quello che è successo, che ha stroncato una giovane vita, e di quanto futili siano i motivi che sono alla base e che quotidianamente portano ad episodi di intolleranza, bullismo, aggressioni. Le giustificazioni aggiungono orrore allo strazio. Come purtroppo si vede qui non siamo di fronte ad un dibattito ideologico come sembra a volte sui media ma alla vita e in questo caso alla morte di persone. Non possiamo stancarci di ribadirlo. L’omosessualità non è una malattia, ma una “variante non patologica del comportamento sessuale” e già dal 1993/4 l’American Psychiatric Association (APA) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’hanno rimossa dalla lista delle patologie mentali. In quanto alla identità di genere anche l’Ist. Superiore di Sanità ci spiega che fa riferimento “..a come una persona si definisce rispetto al genere a cui sente di appartenere…tutte le identità di genere sono naturali (normali)”.

“Non è neppure una scelta, la scelta può essere solo in senso negativo con la repressione di sé quando le condizioni esterne o quelle interiorizzate non permettono di sviluppare pienamente la propria personalità. Occorre fare formazione ed informazione a cominciare dalle scuole per cambiare una cultura eteronormata ed intollerante che porta a volte ad episodi estremi. Nel nostro piccolo noi di AGEDO, associazione di genitori, parenti ed amici delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, + cerchiamo di farlo e di parlare con le famiglie e dovunque sia possibile e lo stesso fanno altre associazioni di volontariato ma ciò evidentemente non basta. Con tristezza dobbiamo notare una quasi totale assenza delle istituzioni. Naturalmente noi questo lo diciamo da sempre non solo nel caso di una tragedia come quella avvenuta”.

“Una considerazione ancora è legata a come la stampa ha riportato l’episodio che ci fa capire quanta strada ci sia da fare. Si è parlato di amore LGBT che sinceramente non si capisce cosa sia, di 2 ragazze lesbiche, dando una immagine fuorviante dell’accaduto che non rende giustizia a Maria Paola e a Ciro ignorando la loro vita, il loro precorso ed il loro amore. Anche questo alimenta stereotipi e potrebbe essere evitato con un piccolo sforzo da parte degli operatori. Cara Maria Paola che la terra ti sia lieve”.



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