Zanardi, pm chiedono integrazione della perizia. Indagini si allungano di un mese

L'inchiesta prosegue. I pm chiedono al tecnico incaricato di integrare nella perizia le osservazioni dei consulenti del campione, che insistono sulla presunta responsabilità dell'autista dell'autotreno

Di Redazione | 8 Dicembre 2020 alle 22:02

Non si fermano le indagini della Procura di Siena sull’incidente occorso al campione Alex Zanardi lo scorso 19 giugno a Pienza, sulla Sp 146. I magistrati hanno chiesto al perito incaricato Dario Vangi un’ integrazione della perizia, che ricostruisce la dinamica del tragico scontro tra il mezzo pesante e l’handbike, disponendo un supplemento di approfondimento specifico sulla posizione del camion al momento dell’impatto. I tre periti tornano dunque al lavoro e produrranno entro fine gennaio nuove analisi e conclusioni per determinare una volta per tutte di chi è la colpa dell’incidente. A quel punto la palla passa alla Procura che dovrà decidere se rinviare a giudizio il conducente, accusato di lesioni, o archiviare.

Il surplus di indagini nasce dalla richiesta degli avvocati e consulenti di parte della famiglia del campione, che hanno fornito delle nuove osservazioni a sostegno della loro tesi che si fonda sulla responsabilità in capo all’autista dell’autotreno, Marco Ciacci, che avrebbe a loro dire invaso lievemente la carreggiata determinando la tragedia. Da qui la richiesta degli investigatori di un ulteriore accertamento tecnico. La posizione degli esperti di parte dello sportivo bolognese contrasta invece con le risultanze tecniche dello stesso tecnico della Procura, e di quello di parte della difesa del camionista, Mattia Strangi, per i quali la caduta di Zanardi sarebbe stata invece accidentale e autonoma, causata da una manovra di istinto all’approssimarsi del camion nella curva maledetta.



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