Ballottaggio Siena, Nicoletta Fabio: “Rifiuti e forno crematorio: questioni ambientali che saranno affrontate con decisione e determinazione”

La candidata sindaco del centrodestra interviene a proposito dei due sentiti temi

Di Redazione | 25 Maggio 2023 alle 18:00

Ballottaggio Siena, Nicoletta Fabio: “Rifiuti e forno crematorio: questioni ambientali che saranno affrontate con decisione e determinazione”

“Questa mattina nell’incontrare un gruppo di cittadini molto interessati a due questioni centrali per le problematiche ambientali della nostra città ho avuto modo di puntualizzare alcune considerazioni cui avevo fatto cenno, più volte, anche nella prima parte di campagna elettorale. In particolare si tratta da un lato della corretta gestione dei rifiuti inerente anche il decoro urbano e dall’altro dell’eventuale pericolosità dell’inceneritore cimiteriale”. Lo scrive in una nota stampa Nicoletta Fabio, candidata sindaco del centrodestra.

“Questi sono due temi su cui sono intervenuta ripetutamente sia nella prima parte della campagna elettorale che in questi giorni. Li affronterò in maniera decisa e determinata fin dal giorno successivo all’inizio del mandato. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti i cittadini sono coinvolti nella fase sia della produzione che della raccolta, mentre la SEI è responsabile delle altre fasi. Purtroppo, anche se i dati di SEI ci dicono che la raccolta differenziata è aumentata, i senesi vedono la città più sporca e trascurata, un fatto questo evidente che si osserva facilmente nelle strade di Siena, sia nel centro storico che nella periferia”.

“Occorre intervenire con decisione. I punti di maggiore criticità che determinano questi problemi sono l’orario e i giorni di raccolta dei rifiuti, ma anche la rimozione di alcuni cassonetti nel centro storico della città, seppur legata al decoro urbano, ha determinato questi aspetti negativi. Occorre quindi affrontare subito gli aspetti legati alla raccolta modificando gli orari soprattutto per l’organico e l’indifferenziato, implementando e potenziando i punti di raccolta e riorganizzando l’accesso dei mezzi dentro le mura. Per l’indifferenziato occorre pensare, ove presenti, a cassonetti più adeguati in quanto quelli attuali sono complessi e con volumi estremamente ridotti. È vero che questa componente dei rifiuti deve essere diminuita ma perlomeno in questa fase la soluzione scelta non è adeguata alle necessità dei cittadini. È opportuno anche avviare uno studio  per verificare la fattibilità della realizzazione di punti (in alcune aree della città) per la raccolta sotterranea dei rifiuti. Ovviamente la problematica della gestione dei rifiuti è più complessa ma occorre iniziare ad affrontarla e questi sono i primi punti”.

Per quanto riguarda il forno crematorio l’impianto corrisponde ad un, seppur piccolo, inceneritore, per cui dobbiamo considerare che il principale impatto ambientale di questo tipo di impianti riguarda l’aria, poiché durante la cremazione si producono inquinanti atmosferici. Nella “Valutazione di ricaduta di inquinanti atmosferici” allegata al progetto si parla infatti di polveri sottili, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti, ma, anche e soprattutto di pericolose emissioni di diossine, furani e idrocarburi policiclici aromatici (IPA)”.

“Il problema principale è legato – a mio avviso – alla sua posizione, a circa 100 metri dal camino si trovano infatti alcuni insediamenti abitativi sui quali, oltre ai “cattivi odori” alcuni degli inquinanti emessi possono risultare particolarmente tossici. A questo scopo è opportuno affrontare in maniera decisa il problema del suo spostamento, possibilmente fuori dall’area cimiteriale, per evitare definitivamente questi problemi. Nel frattempo occorre potenziare immediatamente il monitoraggio costante delle emissioni da parte di ARPAT. Un monitoraggio che poco tempo fa ha portato alla chiusura del forno per circa un mese. Un monitoraggio costante su più fattori ed elementi anche se dovesse essere troppo costoso per Arpat, il comune lo deve esigere perché con la salute dei cittadini non si può scherzare, anche a costo di intervenire direttamente con risorse del comune se fosse necessario”.



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