Le stranezze dei Palii straordinari, dagli scienziati in fuga alla corsa all'ora di pranzo

Di Redazione | 14 Settembre 2018 alle 13:06

Le stranezze dei Palii straordinari, dagli scienziati in fuga alla corsa all'ora di pranzo

Quegli strani Palii straordinari

Ce ne sono stati di Palii straordinari conditi da stranezze al cui confronto le polemiche dei nostri giorni sembrano davvero poca cosa.

Il 1967

Dall’archivio di Palio.org, grazie ai ricordi di Roberto Filiani, si scopre che nel 1967 si decise di correre uno Straordinario per celebrare addirittura un congresso: il 49esimo congresso della “Società per il progresso delle scienze”. La Società esiste ancora (www.sipsinfo.it/) ma non risulta che abbia mai considerato Siena in maniera particolare. Addirittura neppure in quell’anno, visto che gli scienziati, incuranti dello Straordinario in loro onore, lasciarono Siena per trasferirsi tutti a Perugia. E le polemiche non mancarono. L’Istrice, contrario al Palio, rifiutò anche di essere imbussolato. Si corse il 24 settembre, senza drappellone perchè quello realizzato era stato rubato nella notte, e quella giornata è un riassunto di tutto quello che di strano possa avvenire in un Palio, compresa la fuga del mossiere, che fu sostituito, seduta stante, da una guardia, che era il padre dell’ex sindaco Bruno Valentini. Senza parlare del fantino svenuto e della mossa annullata dopo che i cavalli erano già arrivati al Casato.

Ma leggiamo la cronaca di Roberto Filiani: “Il quattordicesimo Palio straordinario del secolo nasce fra le polemiche ed ha un prologo del tutto inedito. L’istrice contrario alla motivazione ed alla disputa dello straordinario non da la sua adesione. Le prove sono all’insegna della tranquillità, la seconda e la terza saltano per il maltempo. Le favorite Lupa, Giraffa ed Oca si accordano subito con i rispettivi fantini. Solo la Chiocciola è incerta con Canapetta che non ripone molta fiducia in Selvaggia, in San Marco arriva Bazza dalla Torre che avalla lo scambio dei fantini. La vigilia del Palio è turbata da un episodio molto grave, il drappellone dipinto da Bruno Marzi viene trafugato dalla Chiesa di San Vigilio. La bravata è opera di un gruppo di studenti bolognesi, sul carroccio sfila un minuscolo bozzetto su di un lenzuolo bianco. Nel frattempo anche gli scienziati a cui il Palio è dedicato se ne vanno a Perugia. Il Palio è molto teso, sembrano ripetersi i fatti dell’agosto 1966, dopo una prima mossa annullata per una forzatura del Bruco, che cade al canape, arriva quella valida, almeno così si pensa. Escono prime dai canapi Onda ed Oca, a San Martino cadono Selva e Giraffa con Topolone che resta incastrato nei materassi. Al Casato cade Mezzetto che sviene; dopo poco scoppia il mortaretto, la mossa è invalidata. La tensione è altissima, c’è il pericolo di rivedere le scene dell’anno precedente, intanto il Mossiere Fuligni sparisce. Sul verrocchio sale il vigile urbano Fedro Valentini, è il quinto mossiere in cinque Palii. Si cambia busta, fra i canapi c’è anche Mezzetto che si è rimesso e c’è Topolone, salvo dopo la tremenda caduta. Dopo una caduta al canape di Bazza arriva la mossa valida. Parte benissimo la Giraffa, seguita da Lupa e Leocorno, la Chiocciola resta ferma. Il vantaggio della Giraffa si fa subito consistente, dietro Lupa e Leocorno sono già staccate. Il Palio è praticamente concluso, Tristezza spinge Topolone con sicurezza mentre nelle retrovie cadono Bruco e Torre. Per Topolone è il trionfo dopo la grande paura, a sancire il suo strapotere l’arrivo di Tristezza con entrambe le braccia al cielo, senza mani. Per la Giraffa un’altra vittoria nello straordinario dedicato agli scienziati dopo quella del 1913. Nel museo della Giraffa oltre al Palio “rubato”, poi restituito, è conservato il bozzetto che campeggia vicino aI drappellone originale”.

Il 1910

E’ sempre Roberto Filiani a raccontare il Palio Straordinario dedicato al Convegno della Stampa estera, una riunione neppure particolarmente partecipata di giornalisti stranieri, che ben poco videro in realtà del Palio e che, ancora meno, erano interessati alla festa. Il Palio in realtà si sarebbe dovuto correre l’11 di settembre, ma il maltempo, che aveva impedito anche la gran parte delle prove, fece slittare anche il Palio. I giornalisti ospiti preferirono andarsene che restare un giorno in più a Siena, ma anche il giorno 12 il tempo non permise di correre. Il giorno 13 si decise di correre il Palio la mattina alle 10,30, ma pioveva ancora e i cavalli andarono al canape alle 13,30, con gli spettatori in Piazza con gli ombrelli aperti.

Leggiamo la cronaca di Roberto Filiani: “Il quarto Palio straordinario del secolo viene corso per onorare la Stampa Francese, presente a Siena con una sua delegazione. La tratta favorisce la Torre con Gobba, una cavallina baia di Giovacchino Pianigiani, nettamente superiore agli altri nove barberi. Il maltempo condiziona il regolare svolgimento della Festa sin dalle prove, la quarta, la Prova Generale e la Provaccia saltano per la pioggia, Nelle tre prove disputate cambiano molte monte, Nappa, Sciò e Guido Rossi arrivano al Palio senza aver mai provato nella rispettiva contrada. La terza prova nel Drago la corre Lorenzo Fabbri detto “Pappio”, storico barbaresco della Contrada di Camporegio, in sostituzione di Bubbolo, girato alla Pantera solo momentaneamente. L’undici settembre, una pioggia incessante, impedisce la disputa della carriera. Il Palio è rinviato, i giornalisti francesi, cui era dedicato, lasciano Siena. Anche il dodici settembre la pioggia continua a cadere ed il Palio subisce un ulteriore rinvio. Si decide di correre il tredici settembre, all’inedito orario delle dieci di mattina. Il tempo è ancora incerto, quando i cavalli sono fra i canapi molti spettatori hanno gli ombrelli aperti. La Lupa da la rincorsa, parte prima la Selva con Picino, mandato dall’Oca per impedire la vittoria torraiola. La Selva gira prima a San Martino, seguono Torre, Tartuca e Chiocciola, che si ostacolano a vicenda. Già al Casato emerge la superiorità del barbero della Torre, Moro porta Gobba in testa. Il Palio non ha più storia, per la Torre è una cavalcata trionfale, seconda la Selva, terza la Chiocciola, entrambe staccate di mezzo giro”.

(Foto Il Palio.org)

Simona Sassetti

 



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