Opere donate al Santa Maria, De Mossi: "Altri musei erano interessati, ma è stata scelta Siena"

Di Redazione | 29 Luglio 2019 alle 14:05

Opere donate al Santa Maria, De Mossi: "Altri musei erano interessati, ma è stata scelta Siena"

Prima dell’esposizione, che sarà curata da Alberto Zanchetta, le opere andranno in un caveau a Padova per accertamenti sullo stato di conservazione. Il sindaco: “Volontà del donatore era che collezione privata diventasse pubblica, e accessibile a chiunque”

Il Consiglio comunale ha, oggi, accettato la donazione di una raccolta di opere d’arte contemporanea. La collezione, costituita da 478 pezzi, tra quadri e disegni, che coprono gran parte della seconda metà del secolo scorso, provengono da un donatore che, come da sua richiesta, resterà anonimo fino a quando non sarà completamente terminato l’iter  relativo all’acquisizione.

“Si tratta – ha illustrato il sindaco Luigi De Mossi – di una donazione meramente liberale che, pur prevedendo alcuni impegni di spesa come quello relativo alla copertura assicurativa, alle spese di deposito e trasporto, arricchirà, considerevolmente, il patrimonio artistico della città”. Il sindaco ha ricordato che “altri musei erano interessati a questa collezione ma la donante ha scelto Siena e questa opportunità non va persa”.

De Mossi ha ricordato i controlli effettuati sulle opere: “Abbiamo un’autocertificazione della persona che dona, le verifiche del notaio Viapiana di Bologna, comprensive dell’antiriciclaggio” oltre alla perizia effettuata dall’esperto nominato dal Comune. Non solo, “le opere in un primo momento andranno in un caveau a Padova per ulteriori accertamenti sullo stato di conservazione in attesa dell’elaborazione dell’esposizione che, come da richiesta del donatore, sarà curata da Alberto Zanchetta e riguarderà una parte, circa 250/300 opere che verranno esposte all’interno del Complesso museale S. Maria della Scala, come espressamente richiesto dal donante. Con questo atto di accettazione, viste le firme presentate all’interno della collezione, Siena copre quel gap relativo alla seconda parte del ‘900″.

“La volontà espressa dal donatore – ha concluso il primo cittadino – affinché la sua collezione privata diventasse collezione pubblica, e quindi accessibile, aperta a chiunque voglia visionarla e “avvicinarsi” ad artisti che testimoniano movimenti e tendenze nate nel periodo successivo la seconda guerra mondiale  rafforza, in maniera determinante, la funzione educativa che in certi ambiti è tenuto a svolgere un Ente pubblico. Il Comune di Siena si troverà, quindi, a custodire un patrimonio culturale nazionale di grande valore storico ed estetico che andrà ad aggiungersi a quello già esistente all’interno dei musei cittadini, così da promuovere appieno un’azione culturale estesa”.

 



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