Sena Civitas attacca l'assessore Appolloni: "Basta slogan, su certi argomenti serve analisi più profonda"

"Il pericolo per fasce deboli e il disagio degli adolescenti sono due argomenti che meriterebbero un’analisi ben più profonda" spiega la presidente del circolo Sena Civitas Mariotti

Di Redazione | 12 Gennaio 2021 alle 21:14

Sena Civitas attacca l'assessore Appolloni: "Basta slogan, su certi argomenti serve analisi più profonda"

“L’Assessore alla Sanità, Appolloni, recentemente intervistato sul “Covid a Siena”, ha parlato anche di Campansi sotto monitoraggio e dei giovani consapevoli. Monitoraggio e consapevolezza sono due parole che rassicurano. Praticamente un giudizio di sintesi sulla situazione del tessuto sociale cittadino che spazia dagli anziani fino ai giovani. Fra le affermazioni che hanno colpito, il riferimento “che alcuni anziani all’interno della Rsa Campansi si sono ammalati di Covid ma c’è un costante monitoraggio e il decorso è positivo”; ma sull’argomento sarebbe opportuno però sentire il rappresentante politico ovvero il Presidente”. Così inizia la nota stampa a firma della presidente del circolo Sena Civitas D.ssa Fiorella Mariotti in merito all’assessore alla sanità del Comune di Siena Francesca Appolloni, che qui riportiamo integralmente:

“Per quanto riguarda i giovani adolescenti, l’Assessore rivolge loro parole di comprensione, positività, per i loro comportamenti responsabili in un momento così difficile. L’Appolloni, vede “atteggiamenti disciplinati e vuole incentivare i ragazzi, in maniera propositiva a mantenere una reale consapevolezza”. A mio giudizio però, il pericolo per fasce deboli e il disagio degli adolescenti sono due argomenti così importanti e complessi che meriterebbero un’analisi ben più profonda, anziché frasi slogan dell’Assessore, peraltro, rimasto in silenzio per mesi su temi sostanziali.

Infatti, a pochi giorni da questa intervista frettolosa e tranquillizzante sui giovani, hanno fatto eco due interessanti articoli: “GIOVANI E DISAGIO A SIENA “ e “BULLISMO DELLE BABY GANG A SIENA“.

Il primo è trattato dal Prof. Fabio Mugnaini docente di discipline antropologiche del Dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’Università di Siena, il quale sostiene che quanto accaduto a Siena e altrove è un fenomeno prodotto da dinamiche quali la socializzazione e il consumismo. “Molto è delegato alle Contrade, ma non tutte le funzioni possono essere scaricate su di esse. Sarebbe importante una iniziativa Pubblica. Siena deve prendersi cura della componente giovanile, di coloro che non si identificano nelle possibilità offerte dalle Contrade ma che hanno diritto di contare su luoghi di aggregazione, oggi compatibili con la situazione pandemica, dove, magari impiegarsi in attività che siano creative piuttosto che nel semplice far confusione. Insomma, servono spazi in cui fare musica, sport; un’interazione tra il governo della città e/o anche le scuole con uso delle palestre e di altri spazi vuoti della città in cui trovino posto laboratori di teatro, pittura e musica in cui divertirsi senza disturbare i residenti.”

Il secondo articolo, di preoccupazione per un fenomeno di violenza, pubblicato dalla Commissione diocesana per la tutela dei minori sostiene che “serve un patto fra tutte le Istituzioni; gli eventi accaduti a Siena non sono da minimizzare: ragazzi travolti dal clima di anonimato e di disagio”.

Quanto sintetizzato sopra mostra un’immagine sociale, ovviamente da non generalizzare, ma sicuramente da non trascurare da parte delle Istituzioni senesi e contrasta fortemente con l’immagine che l’Assessore alla Sanità del Comune di Siena ha voluto dare: una versione strabica della realtà, glissando sui disagi degli adolescenti che, in alcuni casi, si manifestano in comportamenti non del tutto disciplinati e consapevoli.

Anche sulla sanità, nonostante gli enormi sforzi del personale, che ha mostrato più punti deboli causati da una mancata riorganizzazione, ci sarebbe da dire molto e richiamare quanto affermato da noti operatori del settore.

Certo è che le responsabilità “operative e dirette” da un Assessore alla Sanità, sarebbero auspicate e volute.

Forse il Covid ha reso “smart working” anche qualche Assessore”.



Articoli correlati