La stagione teatrale senese si ferma. De Mossi, appello a Giani, Conte e Mattarella: "Ci consentano di fare cultura"

La richiesta del sindaco: "Chiedo che il teatro rimanga aperto e che la stagione, per quanto ridotta, possa proseguire". Benvenuti: "La stagione sarebbe stata di alto livello e in massima sicurezza: il teatro chiuso è un cimitero"

Di Redazione | 28 Ottobre 2020 alle 12:45

La stagione teatrale senese si ferma. De Mossi, appello a Giani, Conte e Mattarella: "Ci consentano di fare cultura"

Doveva essere l’occasione per presentare le novità di una stagione teatrale che si apprestava a ripartire dopo i tanti mesi di chiusure forzate ed incertezze. Ed invece si è potuto solo constatare una situazione che per il mondo dello spettacolo si fa sempre più difficile alla luce del Dpcm. Al teatro dei Rinnovati si sono presentati comunque per la conferenza stampa sia il direttore artistico Alessandro Benvenuti che il sindaco Luigi De Mossi, che ha chiesto con fermezza alle istituzioni di poter ripensare le loro scelte.

“Prima di essere direttore artistico sono una persona e in quanto tale mi dibatto tra varie sensazione che vanno dalla rabbia all’amarezza – esordisce Benvenuti – È difficile farsi una ragione di quanto accade intorno a noi. Sono tante le cose che sento. Come direttore artistico vivo una disperazione dovuta all’impotenza ad essere stato chiamato ad un’avventura molto bella sulla carta. Non ho potuto mantenere una promessa fatta alla città di Siena, certo non per colpa mia ma la rabbia c’è ugualmente. Eravamo riusciti a mettere in piedi una stagione di grandissimo livello, nonostante tutto” assicura.

“Ora siamo di nuovo fermi – continua Benvenuti – e ci si domanda se sia giusto o meno: non spetta me a dirlo ma sono arrabbiato per aver fatto tutto ciò che ci è stato chiesto, non senza sacrifici. I teatri e i cinema sono tra i luoghi più sicuri al momento, è statisticamente provato. Cosa dobbiamo fare più di quello che abbiamo già fatto, per essere rispettati? Se ti sei ammalato, è una scelta che hai fatto. Perché devo essere equiparato a chi non ha fatto il proprio dovere? Ero pronto a dimezzare ulteriormente i posti e fare una stagione, sempre di grande livello, ma ridimensionata. Un teatro, se lo chiudi, diventi un cimitero” è l’amara riflessione.

De Mossi si sfoga così: “Questo Dpcm mi ha dato fastidio e mi ha dato fastidio sentire il ministro Franceschini che il teatro è tempo libero. Chiudere i teatri, i cinema e i concerti ha un preciso significato che va oltre il rischi epidemiologico, ci vieta la ricchezza di pensiero e di dialogare su più piani diversi. Queste corde, che sembrano arricchimento scenico, sono in realtà il dettato di precise misure legislature. Oggi non possiamo vanificare l’opportunità di mantenere accesa questa fiammella. Abbiamo il dovere di sollecitare a livello di regione, di presidenza del consiglio e della Repubblica, affinchè la cultura torni centrale. Ne va della nostra salute intellettuale”.

Le ferme richieste del primo cittadino, il cui invito è affinchè bar e ristoranti possano essere attivi almeno fino alle 22: “Chiedo che il teatro rimanga aperto e che la stagione, per quanto ridotta, possa proseguire. Con madre televisione così invasiva e autoritaria, per citare Pasolini, noi ne abbiamo bisogno. Ho scritto – è l’annuncio – una lettera a Conte e a Giani e a Mattarella perché ci venga consentito di fare cultura. Questo governo mi pare confuso e contraddittorio: Conte, ci sono più cose in cielo e in terra di quanto non le contempli il Dpcm”.

Il testo della lettera inviata:

“Egregio Presidente,

le scrivo per quanto riguarda la situazione del mio Comune, chiedendole alcune modifiche legate alla contingenza sanitaria ed economica nel mio territorio.

Le richieste che le avanzo,per non farle perdere tempo, sono la possibilità di tenere aperti ristoranti e bar fino alle ore 22. Richiesta che lei ha già sul tavolo avanzata dalle categorie economiche.

Se crede, potremmo legare questa possibilità a un obbligo di controllo, con sanzioni e chiusura immediata per i commercianti che non rispettano le norme e magari valutare anche la possibilità che degli steward verifichino la mancanza di assembramento davanti ai locali.

Si chiede inoltre la possibilità di poter effettuare spettacoli, concerti e riaprire le sale cinema, stante il fatto che i teatri ed i cinema hanno dovuto approntare presidi sanitari molto costosi e oggi si trovano nella impossibilità di lavorare.

Voglio sottolineare il fatto che la cultura e anche il pensiero libero che certamente si esprime tramite il teatro, il cinema e la musica sono aspetti assolutamente importanti e predominanti in una società in cui, in caso di chiusura, prevarrebbe soltanto il grande fratello televisivo, confuso e allo stesso tempo dittatoriale che fa prevalere il pensiero unico a discapito della varietà di linguaggi, idee e sentimenti.

In attesa di una pronta risposta risolutiva che accolga le richieste dei cittadini e degli operatori di questo Comune”.



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