Sport e neurodiversità, le storie di chi ha trasformato un evento negativo in opportunità al convegno del Panathlon Siena

Il tema della neurodiversità è stato al centro del convegno che si è svolto sabato 11 ottobre presso l’Accademia dei Fisiocritici, organizzato dal Panathlon Club di Siena

Di Redazione | 13 Ottobre 2025 alle 15:00

Sport e neurodiversità, le storie di chi ha trasformato un evento negativo in opportunità al convegno del Panathlon Siena

Il tema della neurodiversità è stato al centro del convegno che si è svolto sabato 11 ottobre presso l’Accademia dei Fisiocritici, organizzato dal Panathlon Club di Siena. Con il termine NEURODIVERSITA’ si intende la normale variabilità della mente umana in riferimento alle funzioni cognitive, emotive, talvolta fisiche e comportamentali e ad altre funzioni mentali, come quelle relative alla socialità, all’apprendimento, all’attenzione e all’umore. Ciascuno di noi ha un modo diverso di approcciarsi ai diversi eventi della vita ed allo sport in particolare. Per trattare questo argomento sono stati presenti diversi relatori e testimonial, soprattutto ‘tre messaggeri della Neurodiversità’, come li ha definiti il presidente del Panathlon Enrico Casini Cipriani che hanno condiviso la storia della propria vita.

Atleti paralimpici, che hanno saputo trasformare quelli che per molti sono eventi negativi, in opportunità. Matteo Betti, atleta di casa, vice campione alle ultime paralimpiadi, già graditissimo ospite ad una conviviale, che con il suo entusiasmo scalda il cuore. Altra disciplina ed altre caratteristiche sono quelle che distinguono Matteo Panariello, campione del Mondo Paralimpico di tiro con l’arco, non vedente. Superare i limiti è il suo obiettivo, come del resto quello di Luca Panichi, ciclista appassionato che ha saputo combattere, come solo gli sportivi sanno fare, e avere la meglio su un infortunio che apparentemente non lascia spazio alla speranza. Oggi Luca scala le montagne in carrozzina, e racconta la sua storia nelle scuole, regalando passione ed emozioni. Ma lo sport, anche quello paralimpico, non riguarda solo la persona singola, ma anche le squadre, ed ecco che arriviamo ai ragazzi del Costone Baskin Siena e quelli dell’associazione “Se mi aiuti Ballo anch’io”.

Le parole del Presidente del Panathlon Siena Enrico Casini Cipriani -“Citius, Altius, Fortius (1894): più veloce, più in alto, più forte. Questo è il mondo dello sport olimpico, a cui, nel 2021 in piena pandemia Covid-19, è stato aggiunto l’avverbio “insieme”. E poi c’è l’altro mondo, molto più interessante: quello paralimpico dove bisogna inventarsi nuove soluzioni per raggiungere gli stessi risultati. Un mondo parallelo in cui tutti i record dei campioni della spinta verso gli estremi della fisiologia umana passano assolutamente in secondo piano rispetto a chi, per esempio, riesce a tirare con l’arco con la bocca ed i piedi, magari hai 17 anni, sei femmina, sei indiana, sei nata senza le braccia e ti chiami Sheetal Devi. E improvvisamente accade la vera magia: ci accorgiamo che lo sport diventa uno spazio universale, uno spazio dove tutti hanno spazio, cosa che accade molto raramente o forse mai nella nostra società, dove tutto è classificato, dove c’è obbligatoriamente un primo, un secondo, un terzo, un decimo ed un ultimo. Ci accorgiamo che il vero fallimento non è non arrivare primi, ma smettere di lottare per un cambiamento. La mente che può fare vincere, ma anche perdere.

Dopo il convegno organizzato dal Panathlon Club Siena nella Aula magna dell’Accademia dei Fisiocritici, la città del Palio potrà difficilmente dimenticare le storie dei tre messaggeri della Neurodiversità che hanno condiviso la storia della propria vita. E non sarà neanche dimenticata la danza di tre coppie di ballerini di “Se Mi Aiuti Ballo Anch’io” di cui nessuno ricorderà chi fosse il cosiddetto disabile. E allora non ci meraviglieremo più se due genitori decidono di regalare al proprio figlio non vedente una bicicletta con tanto di fiocco e lo incoraggiano a intraprendere una carriera sportiva nel tiro con l’arco; oppure se un’altra coppia di genitori stimola il proprio bimbo con paralisi cerebrale ai quali i medici avevano consigliato di “non affezionarsi’- a fare esercizi fisici quotidiani per almeno 20 min come attività obbligatoria che lo porteranno sul podio della scherma paralimpica a Parigi 2024; oppure se una promessa del ciclismo, vittima di un incidente stradale durante una cronoscalata, diventa l’unico a scalare le vette mitiche del Giro d’Italia con la sola forza delle braccia. Per raggiungere questi risultati “Strabilianti” è indispensabile che si raggiunga la congiunzione di tre pianeti per non ridurre la Neurodiversità ad un limite ma, al contrario, la considerino una risorsa per tutti: individuo, famiglia, scuola. Una risorsa per la società attraverso il linguaggio universale dello sport che diventa inclusione anche perché quello della normalità è un concetto puramente statistico. Verso questo nuovo ambizioso obiettivo dovranno continuare a lavorare docenti di educazione motoria nelle scuole, pediatri di famiglia, ex atleti, allenatori, società sportive, club di service e amministrazioni comunali, provinciali e regionali. Una società- come ha concluso il Presidente Enrico Casini Cipriani – in cui ormai non ci sono più scuse per non abbandonare per sempre il concetto di disabilità e comprendere come la neurodiversità sia la vera, autentica risorsa”.



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